La soluzione dei due Stati sta perdendo terreno in Israele e in Palestina

Attivisti israeliani di sinistra con bandiere palestinesi e israeliane
Attivisti israeliani di sinistra con bandiere palestinesi e israeliane Diritti d'autore Oded Balilty/AP
Diritti d'autore Oded Balilty/AP
Di Sudesh Baniya
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Sempre meno persone sia in Israele che in Palestina credono a questa soluzione come misura per convivere in pace

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Due popoli, due Stati. Da tempo tuttavia l'opinione pubblica, sia in Israele che nelle zone controllate dai palestinesi, aveva iniziato a mettere da parte questa soluzione per la regione, anche prima degli ultimi attacchi terroristici di Hamas che stanno infiammando il Medio Oriente

Secondo i sondaggi condotti in Israele, Gaza e Cisgiordania, ormai solo una persona su tre vede fattibile una risoluzione politica della questione.

È stato chiesto alle persone se fosse possibile trovare una soluzione attraverso la formazione di uno Stato palestinese indipendente e se questo potesse coesistere pacificamente con Israele.

Secondo il sondaggio del Pew Research Center, un numero crescente di israeliani sta iniziando a dubitare della fattibilità di una soluzione con la creazione di due Stati: solo il 35% degli intervistati crede che si possa raggiungere una coesistenza pacifica tra Israele e Palestina.

Si tratta di un calo di 15 punti percentuali rispetto a un decennio fa e della cifra più bassa mai raggiunta finora. In particolare, il sentimento contro la soluzione dei due Stati si è notevolmente abbassato tra gli israeliani arabi rispetto agli israeliani ebrei.

Tra gli arabi israeliani la fiducia in questo approccio è calata del 33% rispetto al 2013. Tra i loro omologhi ebrei invece è calata 14%.

Il sondaggio, tuttavia, è stato condotto ad aprile e pubblicato a settembre, prima che la guerra tra Israele e Hamas scoppiasse in seguito all'attacco senza precedenti del 7 ottobre.

I palestinesi non pensano che la soluzione dei due Stati sia fattibile

I dati disponibili sul versante palestinese sono più sfumati.

Quasi un terzo dei palestinesi si dichiara favorevole alla soluzione dei due Stati, secondo un sondaggio condotto a settembre dal Think tank, Palestinian Center for Policy and Survey Research.

Sebbene ci sia stato un leggero aumento del sostegno alla soluzione dei due Stati, la maggioranza dei palestinesi continua a credere che non sia la strada da seguire. Circa il 67% dei palestinesi si oppone a questa misura, facendo leva sull'espansione degli insediamenti come motivo principale del proprio scetticismo.

Inoltre, un crescente dissenso contro la mancata attuazione degli Accordi di Oslo - firmati nel 1993 per garantire il "diritto del popolo palestinese all'autodeterminazione" - e l'uso della coercizione da parte di Israele nei territori occupati, hanno solo peggiorato la situazione

L'esercito israeliano impedisce una risoluzione pacifica e la creazione di uno Stato palestinese, ha dichiarato martedì a Euronews, Hassan Albalawi, vice capo della missione palestinese presso l'Unione europea.

Secondo Albalawi la persecuzione sistematica dei palestinesi da parte delle autorità israeliane è la causa principale delle violenze in corso, citando la mancanza di un intervento internazionale che ritenga Israele responsabile.

"Quando Israele attacca, quando Israele occupa, quando Israele colonizza, quando Israele circonda Gaza, voi, e mi riferisco all'Europa, direte sempre che Israele si sta difendendo?" ha aggiunto.

Questo si riflette nell'ultimo sondaggio, che mostra come i palestinesi credano sempre meno nei negoziati come mezzo per formare uno Stato sovrano.

Tra i civili palestinesi, il 53% è favorevole alla lotta armata per creare uno Stato indipendente e combattere l'occupazione. Si tratta di un aumento del 12% rispetto ai risultati del sondaggio dello stesso periodo del 2022.

Intanto cala la fiducia nella diplomazia e nei negoziati, specie tra i palestinesi, secondo i quali non sono la soluzione al problema. 

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