Crepe europee: la Francia dice "No" ai migranti economici, non perseguitati nei loro Paesi, e militarizza la frontiera con l'Italia. La Polonia va verso un discusso referendum sull'immigrazione clandestina e lancia un allarme sugli annunci di ricollocazione dei migranti
Frontiera militarizzata
"La Francia non accoglierà i migranti di Lampedusa": lo ha ribadito il ministro degli Interni francese Gérald Darmanin, ospite del telegiornale dell'emittente francese TF1.
Secondo il ministro, "Se le persone vengono perseguitate sessualmente, politicamente, o religiosamente, è dovere della Francia accoglierle. Ma se i migranti non hanno diritto all’asilo, non verrà loro concesso”.
A poco, alla fine, è servito il vertice - definito "costruttivo" - tra Darminin e il ministro dell'interno italiano Matteo Piantedosi, lunedì scorso a Roma.
Incontro "costruttivo" a tal punto che la Francia ha di fatto "militarizzato" la frontiera con l'Italia, con l'invio dell'esercito al confine con Ventimiglia, per sorvegliare l'eventuale tentativo dei migranti di entrare in territorio francese.
Secondo il ministro francese, il 60% di coloro che sono arrivati a Lampedusa ultimamente provengono da Paesi africani francofoni, come Costa d'Avorio, Gambia, Senegal e Tunisia. Questi Paesi sono considerati relativamente sicuri per rimandare i propri cittadini a casa. Quindi, ha aggiunto Darmanin, Parigi potrebbe fornire aiuto a Roma per scoprire l'origine dei migranti, il che può risultare un compito estremamente arduo.
Il referendum polacco
Un'altra crepa europea si sta allargando in Polonia, dove il 15 ottobre si voterà, oltre che per le elezioni politiche, anche per un discusso referendum sui migranti.
Controversa è la formulazione stessa della domanda:
"Sostieni l'ammissione di migliaia di migranti illegali dal Medio Oriente e dall'Africa nell'ambito del meccanismo di ammissione obbligatoria istituito dalla burocrazia europea?"
"Vogliamo lanciare un chiaro segnale d'allarme, perché Lampedusa è tale avvertimento", ha dichiarato il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki.
"Tutta l'Europa, tutta l'Unione europea, potrebbe assomigliare a Lampedusa. Il rischio esiste, se commettiamo gli stessi errori e se ripetiamo i meccanismi proposti dalla Commissione europea".
"No" sempre più decisi
La visita della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, domenica a Lampedusa, insieme alla premier italiana Giorgia Meloni, ha scatenato reazioni a catena: ma senza sostanziali aperture sulla ricollocazione dei migranti nei 27 Stati membri dell'Ue. Anzi: i "No" sembrano sempre piu decisi.
In effetti, diversi paesi dell’Unione europea si sono rifiutati, direttamente o indirettamente, di allentare la pressione sull’Italia.
Il governo polacco, addirittura, ha affermato che "tutti i tipi di annunci sulla ricollocazione degli immigrati sono un incoraggiamento al traffico di esseri umani".