L'esercito è chiamato a presidiare i seggi in Ecuador dove la criminalità organizzata ha insanguinato la campagna elettorale
Giorno di elezioni in Ecuador e una nuova sparatoria è stata registrata in un bar di Guayaquil dove un candidato alle presidenziali, Otto Sonnenholzner, si trovava con la famiglia.
Una nuova sparatoria alla vigilia delle elezioni
È stato accertato che lo scontro a fuoco non fosse legato alle elezioni e non si registrano feriti ma la situazione resta tesa.
Nel Paese l'escalation di violenza - legata al narcotraffico - potrebbe indurre gli elettori a disertare le urne nonostante il voto in Ecuador sia obbligatorio. "Meglio pagare la multa di 45 dollari" dicono molti ecuadoriani.
Jose Buitrón risiede a Quito dove il candidato alla presidenza Fernando Villavicencio è stato ucciso durante un comizio. Dice che la gente ha paura: "Viviamo nell'insicurezza e - aggiunge - credo che su questa base la gente deciderà per chi votare: chi offre più sicurezza al Paese".
Escalation di violenza
L'omicidio di Villavicencio è il fatto di sangue che ha portato l'Ecuador all'attenzione dei media, ma non è l'unico. Prima di lui è stato ucciso Agustin Intriago, sindaco di Manta, città alla mercé del narcotraffico e, durante la campagna elettorale, sono stati assassinati due candidati al Parlamento e un dirigente del partito "Revolucion ciudadana".
Daniel Noboa, altro candidato alla presidenza, è vivo per miracolo dopo essere scampato a una sparatoria.
Si ritiene che alla base della violenza ci sia la criminalità organizzata: l'Ecuador è diventato un campo di battaglia per le bande di narcotrafficanti che hanno legami con i cartelli messicani e colombiani, ma anche con organizzazioni albanesi e con le mafie della droga.
Un voto per la sicurezza
Sono tredici milioni gli ecuadoriani chiamati a esprimere la loro preferenza per la presidenza e per rinnovare i membri del Parlamento. Si tratta di elezioni anticipate dopo la decisione del presidente uscente Guillermo Lasso di sciogliere le camere e far cadere l'esecutivo.
Gli ecuadoriani si ripromettono di votare per chi promette più sicurezza e tutti gli 8 candidati hanno fatto della lotta alla criminalità il loro argomento principale.
Secondo i media, la favorita è Luisa González del "Movimiento Revolución Ciudadana". È una dei "correístas" - seguaci e sostenitori dell'ex presidente Rafael Correa.