Bruxelles, cresce la violenza legata al traffico di droga

Bruxelles sta affrontando un'ondata di violenza legata al traffico di droga
Bruxelles sta affrontando un'ondata di violenza legata al traffico di droga Diritti d'autore AP Photo
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Di Amandine Hess
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in francese

Nel giro di poche settimane, nella capitale belga si sono verificate diverse sparatorie. Le autorità ritengono si tratti di una guerra tra bande per il controllo del territorio

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"È da un anno e mezzo che viviamo un inferno in questo quartiere", spiega Anwar, un residente di Saint-Gilles, un comune a sud di Bruxelles. Sul suo smartphone scorrono decine di foto e video condivisi dai vicini. Scene di spaccio o consumo di droga in strada, sotto gli occhi dei passanti. Siringhe e pipe da crack trovate negli atri degli edifici. Finestrini e parabrezza di auto distrutti. I video mostrano anche molestie subite da una ragazza da parte di un uomo visibilmente sotto l'effetto di stupefacenti, individui che sbirciano nelle auto parcheggiate, defecano sui marciapiedi e provocano danni.

Anwar racconta di una crescente insicurezza e di un progressivo deterioramento dellecondizionidi vita. "Abbiamo iniziato a subire molestie per strada, siamo costretti a fare delle deviazioni per evitare di passare in certi posti. Abbiamo paura per le nostre famiglie in metropolitana perché c'è gente che spara", confessa. Padre di famiglia , come molti dei suoi vicini, sta pensando di cambiare casa. Intanto, insieme ad altri residenti della zona ha lanciato una petizione e si è rivolto al consiglio comunale, chiedendo "soluzioni concrete" da parte delle autorità pubbliche.

Sostengo la solidarietà, sostengo l'aiuto a favore delle persone per farle uscire dalla dipendenza. Ma, allo stesso tempo, sostengo anche la sicurezza dei residenti locali, che attualmente sono in difficoltà psicologica e hanno paura di uscire di casa
Anwar
residente di Saint-Gilles

Il Belgio è uno degli snodi del traffico di droga in Europa. La statistica non è nuova: solo il 10% della droga che passa attraverso il porto di Anversa, una delle principali porte di accesso al continente, viene sequestrato. Bruxelles, invece, rappresenta un importante centro di produzione, distribuzione e consumo. Mentre la cocaina proviene principalmente dall'America Latina, il Belgio e i Paesi Bassi sono i principali produttori di MDMA e anfetamine.

Ci sono reti che si spingono fino alla Turchia e a Dubai. È quindi necessaria una cooperazione internazionale per combattere il problema
Jurgen de Landsheer
dirigente della polizia belga

"Escalation di violenza"

Negli ultimi mesi, i problemi e gli episodi di violenza associati al traffico di droga si sono moltiplicati nella capitale belga. Si sono verificate diverse sparatorie a Saint-Gilles, Ixelles, Schaerbeek e Anderlecht. Un uomo è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco nei pressi di Square Jacques Franck a Saint-Gilles. E, secondo la polizia, gli spacciatori erano tornati nel luogo di spaccio già soltanto due ore dopo che la polizia se ne era andata.

Jurgen De Landsheer, dirigente della polizia belga, ha descritto l'escalation di violenza legata alla droga come una "guerra per il territorio" tra le bande. E i problemi generati non si limitano alle sparatorie, anche se queste ultime sono più visibili, insiste.

Una persona è stata picchiata a morte a Peterbos un anno e mezzo fa. Ci sono stati anche degli stupri nella zona. E c'è un traffico di esseri umani
Jurgen De Landsheer
dirigente della polizia belga

L'ufficiale ha osservato un aumento dello sfruttamento, da parte delle bande, di piccoli spacciatori: "Persone molto vulnerabili, come minori o residenti privi di documenti in regola".

Ovviamente dobbiamo affrontare il problema dello spaccio, ma dobbiamo anche aiutare queste persone, che spesso sono vittime del sistema
Jurgen De Landsheer
dirigente della polizia belga

"Guerra alla droga"

Per il ministro della Giustizia belga Paul Van Tigchelt, questa ondata di violenza legata al traffico di droga rappresenta un segno del successo della risposta delle autorità: "Quando le mafie della droga sono messe all'angolo, si innervosiscono. È quello che stiamo vedendo", ha dichiarato a metà febbraio.

Da parte sua, Tom Decorte, docente di Criminologia, attribuisce l'escalation alla "guerra alla droga" avviata dalle autorità belghe.

Il risultato di questa strategia è che i gruppi organizzati più grandi collassano in reti più piccole e ne arrivano di nuovi. Quindi vediamo sempre più clan in competizione tra loro, che ricorrono alla violenza per cercare di conquistare una fetta di mercato
Jurgen De Landsheer
docente di Criminologia all'università di Gand

A suo avviso, la politica pubblica non ha raggiunto gli obiettivi prefissati.

Se la guerra alla droga, con la sua filosofia repressiva, funzionasse, assisteremmo a un calo dell'offerta o a un aumento dei prezzi. Perché se uno stupefacente diventa raro, diventa anche più costoso
Tom Decorte
docente di Criminologia all'università di Gand

Al contrario, l'esperto fa notare che la quantità di stupefacenti distribuiti in Belgio non è mai stata così alta e i loro prezzi rimangono bassi. Infine, il docente invita a prevenire piuttosto che a reprimere. La politica belga sulle droghe - spiega - si basa su quattro pilastri: repressione, terapia, prevenzione e riduzione dei rischi e dei danni.

Dovremmo investire innanzitutto nella prevenzione, nella terapia e nella riduzione del danno e, come ultima spiaggia, nella repressione. Nella pratica si assiste al contrario. La maggior parte della spesa pubblica per la politica sulle droghe è destinata alla repressione
Tom Decorte
docente di Criminologia all'università di Gand

Secondo Decorte, la legalizzazione delle droghe toglierebbe il vento in poppa ai trafficanti: "Finché non penseremo a come distruggere il redditizio modello economico del traffico di droga, non saremo in grado di controllare il fenomeno". De Landsheer, però, non è d'accordo: "La soluzione non è la legalizzazione. Le bande venderanno qualcos'altro a un prezzo inferiore".

Il piano d'azione

Le autorità regionali e federali sono spesso accusate di rimbalzarsi le responsabilità, il che spiegherebbe la lentezza della risposta delle autorità al traffico di droga. Di fronte alla situazione emergenziale, però, i poteri coinvolti si sono seduti attorno a un tavolo in occasione di una riunione del Consiglio di sicurezza regionale a Bruxelles.

Per risolvere il problema è necessario l'intervento dei vari livelli di governo: locale, regionale e federale
Sophie Lavaux
direttrice generale di safe.brussels

Il loro nuovo piano d'azione, articolato su tre fronti, mira a identificare i vari punti nevralgici del traffico di droga nella capitale, in modo da concentrare gli sforzi in quei luoghi e impedire che il crimine si sposti altrove.

Ci sarà una risposta da parte dei servizi di sicurezza, una da parte di chi si occupa di prevenzione e anche una a ai tanti problemi infrastrutturali
Sophie Lavaux
direttrice generale di safe.brussels

Tuttavia, il piano stesso non prevede un aumento dei finanziamenti, né degli uomini destinati alla lotta contro il traffico di droga. "Dobbiamo già lavorare con le risorse che abbiamo e cercare di ottimizzarle", spiega Lavaux. Da parte sua, anche l 'organizzazione europea Europol ha affrontato il problema, in particolare mappando il funzionamento delle bande criminali.

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