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Israele ha bombardato la Siria, come rappresaglia dopo il lancio di razzi da parte siriana

 Italian U.N. peacekeeper soldiers inspect a small bridge that was destroyed by an Israeli airstrike, in Maaliya village, south Lebanon.
Italian U.N. peacekeeper soldiers inspect a small bridge that was destroyed by an Israeli airstrike, in Maaliya village, south Lebanon. Diritti d'autore Mohammed Zaatari/Copyright 2022 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Mohammed Zaatari/Copyright 2022 The AP. All rights reserved
Di Redazione italiana
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Lanciati sei razzi dal territorio siriano verso il nord di Israele, ma solo tre di questi hanno oltrepassato il confine

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Non si è fatta attendere la risposta di Israele ai razzi provenienti dalla Siria.

Sei razzi, per l'esattezza, erano stati lanciati dal territorio siriano verso il nord di Israele, ma soltanto tre avevano oltrepassato il confine.

Non ci sono state vittime: l’attacco è stato rivendicato dalle brigate al Quds.

Nel giorno di Pasqua, l’Esercito israeliano ha risposto bombardando la zona da cui sono partiti i razzi.

Stando ad informazioni provenienti dall'Esercito, un razzo è stato intercettato dal sistema antiaereo israeliano e due sono caduti sulle alture del Golan, annesse da Israele nel 1967.

Non si arrestano le proteste

In Israele continuano le manifestazioni antigovernative, nonostante gli attacchi degli ultimi giorni.

Sono ormai tre mesi che si susseguono le proteste contro la riforma giudiziaria.

Intanto, il gruppo di italiani coinvolto nell'attentato a Tel Aviv in cui è stato ucciso il 35enne Alessandro Parini, è rientrato in Italia con un volo di linea, atterrato all'aeroporto di Fiumicino.

Ad attenderli alcuni familiari, resta invece ancora in ospedale (in condizioni non gravi) uno dei connazionali feriti.

Molte persone si sono poi riunite per deporre fiori e candele, in omaggio alle vittime dell'attacco nel centro di Tel Aviv.

Sia la Polizia israeliana che il Servizio di sicurezza interno trattano il caso come un attacco terroristico: la conferma giunge dal portavoce della Polizia.

Non è dello stesso avviso il fratello di Yusef Abu Jaber, il 45enne arabo-israeliano che ha investito e ucciso Parini, per il quale "non è stato un attentato ma semmai va ritenuto un incidente o un colpo di sonno".

Israele, nel frattempo, aumenta il livello di sicurezza, richiamando riservisti della Polizia e dell'Esercito.

L'ambasciatore italiano, Sergio Barbanti, si è recato in visita, insieme al ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen, alle vittime presso l'ospedale Ichilov di Tel Aviv.

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