Nonostante cinque settimane di proteste popolari in tutto l'Iran, la Repubblica Islamica non cede di un millimetro. E la "polizia morale" intensifica l'attività contro le donne: Asra Panahi pestata a morte a 16 anni perchè non cantava l'inno e Ilmaz Rekabi arrestata perchè faceva sport senza velo
Donne sempre più bersaglio della polizia "morale" iraniana.
La climber iraniana Elnaz Rekabi è tornata a Teheran, mercoledì, dopo aver gareggiato in una gara di arrampicata ai Campionati asiatici in Corea del Sud senza indossare il velo, obbligatorio per le atlete della Repubblica islamica iraniana.
Di Elnaz Rekabi, 33 anni, però - ora - si sono perse le tracce.
Un suo messaggio su Instagram - in cui spiegava la casualità del fatto - lascia molti dubbi sul fatto che l'abbia scritto proprio lei (ora non è più visibile, come se fosse stato cancellato).
L'atleta sarebbe stata arrestata al rientro in patria e già trasferita nel famigerato carcere di Evin, quello riservato ai prigionieri politici.
Il tentativo di minimizzare il clamore attorno al suo gesto
All'arrivo a Teheran, del resto, Elnaz Rekabi aveva cercato di minimizzare il suo gesto:
"Sono stata chiamata a sorpresa e ho dovuto gareggiare. Ero impegnata a indossare le scarpe e l'attrezzatura tecnica e questo mi ha fatto dimenticare di indossare l'hijab. Poi sono andata a gareggiare".
Il gesto, forse involontario, di Elnaz Rekabi di non indossare l'hijab durante la gara di domenica scorsa è avvenuto al culmine delle proteste, giunte ormai alla quinta settimana, scatenate in tutto l'Iran dalla morte di Mahsa Amini, la ragazza curda di 22 anni arrestata per non aver indossato correttamente il velo (spuntava una ciocca di capelli dall'hijab) e poi morta, tre giorni dopo, in seguito al pestaggio subito in carcere da parte della polizia.
La tragedia di Asra Panahi
Dall'Iran è giunta anche la notizia - fatta trapelare su Telegram dal coordinamento degli insegnanti iraniani - della morte di una ragazza di 16 anni, Asra Panahi, in seguito ad un pestaggio subito ad Ardabil dalla polizia "morale" per non aver cantato - insieme ad altre ragazze di un liceo femminile - un inno dedicato alla Guida Suprema dell'Iran, Alì Khamenei.
La ragazza aveva urlato: "Donna, vita, libertà!"
Nonostante le proteste in tutto l'Iran e l'indignazione di tutto il mondo, la Repubblica Islamica non cede di un millimetro.