Ritorno al passato, a Beirut lo spettro della guerra civile fa morti e feriti

Scontri e morti a Beirut
Scontri e morti a Beirut Diritti d'autore Diritti d'autore Hussein
Di Debora Gandini
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I manifestanti sono scesi in piazza nella capitale libanese per protestano contro l'inchiesta sull'esplosione del porto il 4 agosto 2020

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Scene di guerra in Libano dove le tensioni legate all’inchiesta sull’esplosione al porto di Beirut del 4 agosto 2020 sono degenerate in scontri armati. Il bilancio delle vittime è adesso di sei morti  e decine di feriti, ieri sera il ministro dell'Interno, Bassam Maulawi, parlava di cinque vittime.

Centinaia di manifestanti del movimento sciita Amal, guidato dal presidente del parlamento Nabih Berri, si sono dati appuntamento davanti al palazzo di giustizia per protestare contro il giudice che indaga sull'esplosione. Alcuni cecchini hanno sparato su un corteo di militanti dei partiti sciiti Hezbollah e Amal, in marcia verso il Palazzo di giustizia nella capitale libanese.

La manifestazione chiedeva la rimozione del giudice Tarek Bitar, che avrebbe messo sotto inchiesta deputati legati ai due movimenti. I ministri di Amal hanno minacciato di lasciare il governo. Gli scontri sono scoppiati in uno dei luoghi simbolo della lunga guerra civile che ha insanguinato il Libano dal 1975 al 1990, ovvero la rotonda di Tayyoune, che separa i quartieri di Aïn el-Remmaneh, prevalentemente cristiani, dal distretto di Chyah, prevalentemente sciita.

L'inchiesta sulla tragica esplosione nel porto di Beirut sembra aver raggiunto una svolta importante, con un mandato di arresto emesso nei confronti dell'ex ministro delle Finanze e deputato di Amal, Ali Hassan Khalil, braccio destro di Nabih Berri, presidente della Camera. Khalil è indagato per omicidio colposo e negligenza. Mandato di comparizione invece contro l'ex capo del governo, Hassane Diab.

Bitar, che è il secondo giudice a guidare la complicata indagine, è stato fortemente criticato da parte di Hezbollah e dei suoi alleati, che lo accusano di prendere di mira soprattutto politici alleati di Hezbollah per gli interrogatori.

Il presidente Michel Aoun ha cercato di stemperare la tensione dichiarando: " Farò in modo che l'inchiesta porti all verità, al fine di assicurare alla giustizia i responsabili della tragedia; l'inchiesta sull'esplosione al porto era e rimarrà una priorità del mio lavoro  mi sono impegnato nei confronti dei libanesi e della comunità internazionale".

Hezbollah e Amal, cecchini sparavano alla testa

In un comunicato congiunto, Hezbollah e Amal denunciano "l'aggressione" da parte di "gruppi armati organizzati". Secondo i due partiti sciiti, vicini all'Iran e al governo siriano, "l'aggressione ha lo scopo di spingere appositamente il paese verso la sedizione su base religiosa".

La condanna della comunità internazionale

L’Onu ha espresso grande preoccupazione per escalation di violenze nel Paese. Joanna Wronecka, coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il Libano ha fatto sapere che "in questo momento è necessario dare prova della massima moderazione. garantire che sia ripristinata la calma e che i cittadini siano protetti".

Risorse addizionali per questo articolo • Associated Press

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