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Il difficile arriva ora: un bilancio dei primi 100 giorni di presidenza Biden

Joe Biden risponde alle domande dei cronisti sul prato della Casa Bianca, 27 aprile 2021
Joe Biden risponde alle domande dei cronisti sul prato della Casa Bianca, 27 aprile 2021 Diritti d'autore Evan Vucci/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved
Diritti d'autore Evan Vucci/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved
Di Alice Tidey
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Pandemia, tensioni razziali, clima, relazioni internazionali: ogni iniziativa finora è stata dedicata a marcare la distanza con Trump. Ma questa, dicono gli esperti, era la parte facile del mandato

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Tra tensioni politiche e razziali, una campagna vaccinale ancora in corso e timide prove di ripartenza economica, il primo trimestre è già volato.

Il 100esimo giorno della sua presidenza, Joe Biden lo celebrerà questo venerdì (30 aprile). quale momento migliore, dunque, per un primo bilancio di quanto è avvenuto finora e di cosa ciò potrà implicare rispetto al resto del suo mandato.

Finora, il suo indice di gradimento è rimasto in qualche modo stabile dal giorno dell'insediamento, e attualmente si trova al 54,4 per cento, secondo l'aggregatore di sondaggi FiveThirtyEight: sono 12 punti percentuali in più rispetto alla popolarità di cui il suo diretto predecessore Donald Trump ha goduto nello stesso periodo della sua presidenza, ma per il resto Biden si posizione più in basso di tutti gli altri occupanti della Casa Bianca dalla seconda guerra mondiale in poi.

Ciò è stato descritto dalla maggior parte dei commentatori come un segno della profonda polarizzazione politica nel paese, con i democratici che si mostrano soddisfatti a oltranza, mentre la stragrande maggioranza dei repubblicani sembra disapprovare.

Ecco, comunque, quali sono stati i temi salienti in questi primi 100 giorni nello Studio ovale.

COVID-19

A pochi giorni dalla conferma della sua vittoria elettorale, Biden ha lanciato una Task Force Coronavirus per essere in grado di colpire maggiormente a segno una volta che le chiavi della Casa Bianca fossero state consegnate. E i suoi sforzi su questo fronte sembrano aver dato i loro frutti.

Più del 42% dei 328 milioni di abitanti del paese hanno ricevuto almeno una dose di vaccino - la terza performance migliore al mondo dopo Israele e il Regno Unito - e l'amministrazione ha raggiunto con una settimana d'anticipo il suo obiettivo di 100 milioni di dosi entro i primi 100 giorni della campagna vaccinale.

"Per gli Stati Uniti c'è stato un periodo molto lungo di cattiva gestione della pandemia COVID-19, ma la distribuzione vaccinale sembra ora forte", ha detto a Euronews Susi Dennison, direttore del programma European Power presso il thinktank European Council on Foreign Relations (ECFR).

"Ciò che questo significa a livello internazionale è la possibilità che lo stock americano di vaccini diventi disponibile a un certo punto nel futuro per una maggior condivisione, il che è molto positivo anche per la risposta globale", ha aggiunto.

Economia

Il costo umano della pandemia è stato particolarmente caro negli Stati Uniti - che con oltre 573.000 vite perse hanno avuto il più alto tasso di mortalità del mondo - e anche il pedaggio sull'economia è stato duro. L'economia statunitense si è contratta del 3,5% nel 2020, la peggiore performance dalla fine della seconda guerra mondiale.

Biden ha risposto con uno storico piano di salvataggio americano da 1,9 trilioni di dollari (1,5 trilioni di euro) che distribuisce assegni alle famiglie e alle imprese e aumenta i benefici per i disoccupati, gli affittuari che lottano per i loro pagamenti mensili e l'assistenza alimentare.

All'inizio di questo mese, ha anche annunciato quello che ha presentato come un piano di investimenti infrastrutturali di quelli che accadono "una volta ogni generazione" che stanzierebbe, se approvato, la cifra da capogiro di 2,3 trilioni di dollari (1,9 trilioni di euro) per riparare autostrade e ponti e migliorare la rete elettrica e l'accesso a internet a banda larga.

Clima

Uno dei primi ordini esecutivi che Biden ha firmato è stato quello di annullare il ritiro voluto da Trump dall'accordo sul clima di Parigi.

Da allora ha ospitato un summit globale e virtuale sul clima e ha annunciato l'obiettivo di tagliare, entro la fine del decennio, le emissioni di gas serra degli Stati Uniti del 52% rispetto al 2005. Vuole anche che il paese diventi neutrale rispetto al carbonio entro il 2050.

Questo nuovo impegno degli Stati Uniti nell'affrontare il riscaldamento globale ha avuto poi l'ulteriore conseguenza di spingere diversi altri paesi, tra cui Brasile, Russia e Cina, a rafforzare le loro ambizioni sulla questione, ha sottolineato Dennison.

"C'era una sorta di sensazione che Trump avesse guidato una sorta di fronte disfattista sulla scena internazionale, che sembra essere sul punto di svanire ora che Biden inizia a imboccare una strada diversa. Questa è davvero una notizia positiva, ma penso che la sfida per l'amministrazione Biden sarà ora come tradurre questa leadership in azioni concrete", ha proseguito.

La politica estera

Su questo fronte, "il messaggio è chiaramente che l'America è tornata", ha detto a Euronews Sudha David-Wilp, senior Transatlantic fellow al German Marshall Fund degli Stati Uniti.

"Biden sta fondamentalmente ripristinando il ruolo dell'America nel mondo, ma in un modo che sarà diverso. Non sarà come prima, anche prima di Trump, ma ci saranno certi principi a cui aderirà, come i diritti umani e la collaborazione con i partner, usando le alleanze come moltiplicatori di forza - queste sono cose che rappresentano una tradizione nella politica estera degli Stati Uniti", ha spiegato.

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Finora, questo si è tradotto in un riavvicinamento con l'Unione europea dopo anni di acrimonia sotto Trump, che amava odiare la NATO e inveiva contro la spesa europea per la difesa, giudicata troppo esigua.

Gli europei sembrano anche mostrare una miglior disposizione verso gli Stati Uniti. Un sondaggio Morning Consult per Politico ha scoperto questa settimana che mentre la maggior parte degli europei intervistati aveva una visione sfavorevole degli Stati Uniti sotto Trump, la tendenza è stata invertita con Biden.

Il fenomeno è particolarmente acuto in Germania, dove il 62% delle persone aveva una visione sfavorevole degli Stati Uniti alla vigilia dell'ingresso di Biden alla Casa Bianca.

Ora, la maggior parte degli intervistati - il 46% - vede il paese positivamente. E lo stesso accade in Francia, Spagna e Regno Unito.

Tuttavia, un sondaggio dell'ECFR su 15.000 europei ha trovato che almeno il 60% degli intervistati in ogni paese interrogato crede che non si possa pensare di dipendere dal sostegno degli Stati Uniti in una grave crisi.

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Cosa significano questi primi 100 giorni per la presidenza di Biden?

"Penso che l'obiettivo di Biden fosse in primo luogo quello di riportare stabilità al popolo americano", ha spiegato David-Wilp, soprattutto dato che il paese ha sofferto di molteplici "calamità: economia, salute pubblica e anche tensioni razziali".

Dennison da un pronostico "relativamente ottimistico" del resto della presidenza Biden "guardando dove ha deciso di indirizzare le prime risorse".

Ma non sarà una passeggiata.

"Internamente rimane una sfida", ha detto Dennison, "con una forte opposizione da parte repubblicana nel Congresso rispetto al tipo di cambiamenti" che vuole portare avanti.

Questa polarizzazione avrà un impatto sia sull'agenda interna che su quella internazionale.

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"C'è ancora bipartitismo quando si tratta della NATO e lo vediamo ora con la Cina e la Russia. Ma sull'Iran, per esempio, non c'è quasi nessun bipartitismo", ha detto David-Wilp. "Anche sul clima, sempre più elettori repubblicani iniziano a vedere come un problema il cambiamento climatico, ma non credo siano entusiasti per il rientro nell'accordo di Parigi".

Anche il tentativo di ripristinare la leadership americana sulla scena globale è probabilmente destinato a venire ostacolato da forze con cui l'America pre-Trump non ha dovuto fare i conti, comprese la Cina e la Russia sempre più assertive.

"Il mondo non è lo stesso dell'ultima amministrazione democratica. Le tensioni (che vediamo) sono multiple e sono diventate più evidenti nel tempo del COVID", ha sottolineato Dennison.

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