Pensionati italo-venezuelani, i dimenticati da Roma

Pensionati italo-venezuelani, i dimenticati da Roma
Di Alberto De Filippis
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Da due anni e mezzo non ricevono più la pensione e la politica sta a guardare

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Venezuela, così lontano eppure così vicino. Le ricadute di quanto accade in quel lontano paese si avvertono anche in Italia dove centinaia di anziani italo-venezuelani non ricevono più la pensione da tempo. Come sia possibile lo abbiamo chiesto a Sandra Bucci, responsabile di un'associazione che federa molte di queste persone In Italia.

Signora quando sono cominciati i problemi?

I problemi sono iniziati quando dal dicembre 2015 abbiamo ricevuto per l'ultima volta il pagamento della nostra pensione mensile. Bisogna ricordare che il Venezuela ha accordi bilaterali con l'Italia. I pensionati che abitano in Venzuela dovrebbero ricevere la loro pensione là. Noi che viviamo in Italia, dopo aver lavorato in Venzuela e aver versato i nostri contributi, abitiamo qua per ragioni personali o per scelta, perché siamo rientrati. Dal 2015 non riceviamo più la nostra pensione. Siamo alla metà del 2018. Vuole dire che sono due anni e mezzo. E questo senza le quattordicesime incluse. La cosa più grave è che (a Caracas) non ci hanno mai dato una risposta a tutte le lettere che abbiamo mandato chiedendo spiegazioni. Non ci hanno mai dato una conferma che non ci pagheranno più, o che ricominceranno a pagarci, semplicemente è stato così. Silenzio assoluto e non riceviamo più la nostra pensione. Stiamo parlando soprattutto di anziani che senza questi soldi stanno soffrendo una crisi umanitaria che non si può spiegare.

La politica italiana, il parlamento, il senato, il governo, stanno facendo qualcosa?

L'anno scorso ci sono state persone che si sono interessate al nostro caso. In realtà il governo italiano sa della nostra situazione come lo sanno all'Inps e al ministero del lavoro che gestisce questi casi. Lo sanno che non ci stanno pagando. Ci sono state persone, deputati e senatori che si sono interessate. Per questo a dicembre del 2017 sono stata invitata al parlamento e lì ho presentato il nostro caso, chiedendo peraltro diverse cose. Al governo italiano che si rivolgesse al governo venezuelano e gli dicesse che ci deve pagare. E poi abbiamo chiesto al governo italiano che dia una specie di aiuto a quelli che sono nella nostra situazione. La situazione adesso è gravissima perché con il cambio di governo le cose, le gestioni si sono fermate.

Signora cosa accade agli italo-venezuelani ancora in Venezuela?

So che i nostri connazionali che vivono là, sono praticamente nella nostra stessa situazione. Con la svalutazione periodica che esiste in Venezuela, avendo anche limitazioni, perché non c'è libero cambio di valute, so che anche gli italiani laggiù ricevono pochissimi soldi al cambio in bolivares. Quello che ottengono non sarebbe nemmeno una pensione minima, in un paese del primo mondo come potrebbe essere l'Italia dove potrebbe essere 400, 500 o 600 euro. Queste persone sono davvero sfavorite.

Che vivano in Italia o in Venezuela si tratta di cittadini italiani che sono stati completamente abbandonati a sé stessi dopo una vita di lavoro e di contributi pagati. E la politica dovrebbe forse smettere di ignorarli

Questa la risposta dell'Inps

"Su richiesta dell’INPS, alla fine del 2016, in considerazione delle difficoltà incontrate dalla comunità di italiani in Venezuela, il Ministero del Lavoro, d’intesa col MEF-RGS, ha espresso parere favorevole all’adozione, in luogo del tasso di cambio DIPRO, del tasso DICOM ai fini del calcolo delle prestazioni di tipo assistenziale erogate dall’INPS in favore dei pensionati italiani residenti in Venezuela, a decorrere dal 1° gennaio 2017. Sono state prontamente predisposte le procedure informatiche e dalla rata di gennaio 2017 è operativo il calcolo del pro-rata venezuelano col diverso tasso di cambio DICOM ( all’epoca pari a più di 700 bolivares fuertes per euro) per i cittadini italiani residenti in Venezuela, di cui hanno beneficiato 3.780 pensionati.

Come comunicato dall’Ambasciata d’Italia a Caracas, con il Convenio cambiario n. 39 del 26 gennaio u.s., pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Bolivariana del Venezuela n. 41.340 del 14.02.2018, la Banca Centrale del Venezuela (BCV) ha abrogato (art. 37) i Convenios Cambiarios n. 38 del 19.05.2017 e n. 35 del 09.03.2016, i quali introducevano e regolavano il funzionamento del sistema di cambio Dipro. In conseguenza di tale misura, rimane di fatto ufficialmente vigente il solo tasso di tipo Dicom, che viene definito in base a licitazioni pubbliche bandite ad intervalli più o meno regolari dalla BCV. Tale tasso di cambio, a febbraio 2018, secondo la rilevazione fatta dalla Banca d’Italia, ha raggiunto un valore medio pari a 32.017,3640.

Inps ha proceduto ad applicare il tasso di cambio Dicom per ricalcolare il valore delle pensioni venezuelane in euro, a partire dal 1° marzo, senza distinzioni tra i pensionati basate su residenza e cittadinanza. Tale variazione, in linea generale ha consentito di incrementare, in presenza dei requisiti di legge, l’importo delle prestazioni Inps in pagamento per effetto dell’attribuzione dei benefici previsti dalla normativa italiana in materia di integrazione al trattamento minimo e di maggiorazione sociale delle pensioni."

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