Siria, Assad (con l'aiuto russo) riconquista l'intera Ghouta orientale

Siria, Assad (con l'aiuto russo) riconquista l'intera Ghouta orientale
Diritti d'autore Ghouta est, febbraio 2018
Di Cristiano Tassinari
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I ribelli di Douma, ultima roccaforte anti-regime, si sono arresi e hanno consegnato le armi, accettando l'accordo con l'esercito russo: ora sono stati evacuati nella zona di Aleppo, nel nord della Siria. Per Assad, una grande vittoria. Per le strade di Douma, sventolano le bandiere siriane.

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Una bandiera del governo siriano sventola sulla città di Douma, l'ultima zona insorta vicino a Damasco.

E' il simbolo che segna la ripresa da parte del regime di Bashar al-Assad del controllo della "totalità della Ghouta orientale", riferiscono fonti dell'esercito russo.

Sostenitori di Assad sventolano la bandiera siriana a Douma.

"Un evento importante per la storia della Repubblica Araba di Siria si è svolto oggi: la bandiera del governo siriano è stata issata su un edificio nella città di Douma, che segna la conquista di questa località e quindi di tutta la Ghouta orientale nella sua interezza", ha detto il generale russo Yevgeny Yevtushenko, citato dalle agenzie di informazione russe.
E' stata la prima dichiarazione ufficiale della giornata.

Gli ultimi ribelli di Douma hanno consegnato le loro armi, ha dichiarato un esponente di una Organizzazione Non Governativa.

La regione della Ghouta orientale è stata la più grande roccaforte ribelle vicino a Damasco.

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I ribelli si sono arresi dopo una serie di attacchi e bombardamenti dell'esercito governativo, supportato dalla Russia.**

"I combattenti del gruppo Jaich al-Islam hanno consegnato le loro armi pesanti alla polizia militare russa a Douma", fa sapere l'Osservatorio siriano per i diritti umani (OSDH).

Lo stesso ha fatto il loro capo, Issam Bouwaydani.
Liberati gli ostaggi che erano nelle loro mani. 

Giovedì mattina gli autobus sono stati visti passare il checkpoint Muhayam al-Wafedin, in rotta verso Douma, dove avrebbero caricato i ribelli e le loro famiglie.

Gli autobus si dirigono verso Douma, per caricare ribelli e civili e trasportarli altrove.

Secondo il ministero della difesa russo, circa 1.500 persone hanno lasciato la città nelle ultime 24 ore.

Queste partenze arrivano dopo un accordo raggiunto lo scorso fine settimana con il regime di Assad per l'evacuazione degli ultimi ribelli da Douma, poche ore dopo un presunto attacco chimico che avrebbe causato dozzine di persone nella città.

In base all'accordo, migliaia di combattenti e civili sono stati evacuati e trasportati nella provincia di Aleppo, nel nord della Siria.

Nell'ultimo mese, più di 13.500 combattenti e le loro famiglie hanno lasciato Douma.

Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, l'offensiva dell'esercito di Assad, nell'ultima zona ribelle del paese, ha causato la morte di oltre 1.600 civili.

Storia di un conflitto

Dopo la micidiale repressione delle proteste a favore della democrazia da parte del regime nel marzo 2011, scoppia la guerra in Siria. Alcuni degli avversari passano alla lotta armata, alcuni dei quali costituiscono l'esercito siriano libero (ASL).

Nel luglio 2012, i ribelli dell'ASL lanciano, da Ghouta, la "battaglia di Damasco". La periferia della capitale è al centro degli scontri: l'ASL ha installato le sue basi posteriori proprio nella Ghouta orientale.

Questo ex "polmone verde" in cui i residenti della capitale - in tempo di pace - hanno fatto chissà quanti picnic, viene preso regolarmente di mira dai bombardamenti del regime, che colpiscono mercati, scuole e ospedali, causando molte vittime civili.

Un immagine simbolo di Douma, devastata dai bombardamenti.

Il regime riesce a mantenere il controllo sulla capitale e assedia completamente le aree controllate dai ribelli, a partire dal 2013.

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Nell'agosto 2013, il regime è stato coinvolto in un attacco di gas sarin nella parte orientale di Ghouta e a Mouadamiyat al-Cham, vicino a Damasco, dove 1.429 persone, tra cui 426 bambini, sono state uccise, secondo gli Stati Uniti.

La firma di un accordo USA-Russia sullo smantellamento dell'arsenale chimico siriano aveva cancellato in extremis gli attacchi previsti contro il regime di Assad.

Ai primi di febbraio 2018, oltre 250 civili sono stati uccisi in cinque giorni di raid aerei, un picco di violenza senza precedenti per diversi anni, secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani (OSDH).

All'inizio di quest'anno, Assad ha scelto la sua priorità: la riconquista delle aree ribelli nel Ghouta orientale, da dove gli insorti sparano proiettili mortali e missili a Damasco.

Il 18 febbraio, il regime ha lanciato un'offensiva aerea, con un'intensità senza precedenti nell'enclave.

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Il 10 marzo, le forze governative sono riuscite a dividere la regione in tre: Douma città, la sua periferia a nord e ad ovest Harasta e il resto delle località del sud.

C'era una volta il "frutteto di Damasco"...

In passato, la zona di Douma e della Ghouta orientale era una regione agricola che produceva ortaggi e frutta, comprese le albicocche: negli ultimi anni il "vecchio frutteto di Damasco" (come veniva definito dai residenti della capitale) è stato teatro di una delle peggiori crisi umanitaria, con carenza di cibo e medicine.

Nel 2017, l'ONU ha condannato la "deliberata privazione di civili" come tattica di guerra, dopo la pubblicazione di foto "scioccanti" di bambini scheletrici.
L'UNICEF ha denunciato la peggiore crisi di malnutrizione dall'inizio della guerra, con l'11,9% dei bambini sotto i cinque anni che soffrono di grave malnutrizione.

Prima dell'inizio dell'offensiva del 18 febbraio, la regione della Ghouta contava circa 400.000 abitanti.
Più di 100.000 persone sono state costrette all'esodo nelle aree circostanti sotto il controllo del governo.

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