In Iran sarà proibito insegnare inglese nelle scuole primarie

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Diritti d'autore  REUTERS/Hassan Abdallah
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Di Marta Rodriguez Martinez
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I leader iraniani avevano messo in guardia da forme di "invasione culturale"

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I leader islamici iraniani avevano già avvertito che imparare l'inglese in giovane età avrebbe aperto il cammino all'"invasione culturale dell'Occidente". Ora questa preoccupazione si è materializzata nella proibizione di insegnarlo come lingua straniera nelle scuole primarie di tutto il Paese. 

"Insegnare l'inglese nelle scuole elementari governative e non governative nel curriculum ufficiale è contrario alle leggi e alle regole", ha dichiarato sabato 6 gennaio Mehdi Navid-Adham, capo del Consiglio superiore dell'istruzione, alla televisione pubblica iraniana.

"Il presupposto è che il fondamento della cultura iraniana risiede nell'istruzione primaria", ha aggiunto Navid-Adham, puntualizzando che anche le lezioni di inglese extra-curricolari potrebbero essere vietate.

In Iran, l'insegnamento dell'inglese inizia generalmente alla scuola media, dai 12 ai 14 anni. Tuttavia, alcune scuole elementari offrono dei corsi di inglese. Ci sono bambini che frequentano istituti di lingua privati dopo scuola e molti, provenienti dalle famiglie più privilegiate, vanno in istituti non statali dove ricevono lezioni di inglese, dalla scuola materna a quella superiore.

I leader islamici in Iran hanno spesso messo in guardia dai pericoli di una "invasione culturale".

Il leader supremo Ayatollah Ali Khamenei ha espresso il suo sdegno nel 2016 per l'insegnamento dell' inglese negli asili nido.

Khamenei, che ha l'ultima parola in tutte le questioni di stato, ha detto nel suo discorso agli insegnanti:

"Questo non significa opporsi all'apprendimento di una lingua straniera, ma qui si tratta di promuovere una cultura straniera nel paese tra bambini, giovani adulti e giovani. I pensatori occidentali hanno ripetuto più e più volte che invece di dire: espansionismo colonialista... la via migliore e meno costosa sarebbe inculcare il pensiero e la cultura alle generazioni più giovani", come si legge nel testo del discorso pubblicato sul sito web gestito dall'ufficio di Khameini (leader. ir).

Alcuni pensano che questo annuncio possa essere legato al fastidio manifestato dai leader iraniani nei confronti dell'ondata di proteste che ha messo il paese sotto scacco nell'ultima settimana e che, secondo le autorità, sarebbe stata orchestrata dai "nemici stranieri". 

Circa 22 persone sono state uccise e più di mille arrestate durante le manifestazioni diffuse in oltre 80 città e villaggi rurali.

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