Moria, sull'isola greca di Lesbo, può accogleire 2300 persone, ma sono 5500 i rifugiati e i migranti ospitati nel campo
Moria, sull'isola greca di Lesbo, può accogliere 2300 persone, ma sono 5500 i rifugiati e i migranti ospitati nel campo.
Un'emergenza complicata da una ripresa degli sbarchi negli primi dieci giorni di questo mese e che rende le condizioni di vita insostenibili.
Farooq ha 20 anni e viene dal Pakistan. Vive a Moria da quasi 1 anno e mezzo: "Ci sono troppe persone. Devono lasciare Lesbo, non vogliono questa vita. Per i rifugiati, qui, non c'è niente: nessun spazio, nessun aiuto, nessun vestito. Ogni notte, scoppiano degli incidenti nel campo. La polizia viene e osserva senza intervenire".
Alle spalle del campo profughi c'è "una bomba sanitaria" pronta ad esplodere. I bambini giocano in questa discarica dove nessuno si occupa della pulizia.
In un minore su 3 è stato riscontrato l'uso di droghe, ma anche comportamenti autolesionisti e inclinazioni al suicidio.
"Non immaginavamo questa situazione - dice Sarah, 16 anni - Se lo avessimo saputo prima, non saremmo venuti qui a Moria. Vogliamo una vita migliore, vogliamo studiare e vivere. Ma qui, non c'è niente".
A Lesbo protestano anche poliziotti e residenti. Quattro agenti sono stati arrestati dopo la fuga di due migranti che dovevano essere rimandati in Turchia. E mentre le organizzazioni non governative chiedono al governo di traferire i profughi sulla terraferma, l'altra emergenza è legata ai minori non accompagnati: 2.500 in tutta la Grecia.
"Negli ultimi mesi, pochi migranti sono tornati in Turchia. Allo stesso tempo, decine di rifugiati intraprendono un pericolo viaggio della speranza per raggiungere Lesbo - conclude il giornalista di eurones, Apostolos Staikos - Quindi ancora una volta, il campo di Moria è sovraffollato e in stato di emergenza".