Lesbo: l'esperienza del migrante Samy

Lesbo: l'esperienza del migrante Samy
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Di Euronews
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Migliaia di migranti sono arrivati sull’isola di Lesbo, questa è l’esperienza di uno di loro.

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Migliaia di migranti sono arrivati sull’isola di Lesbo, questa è l’esperienza di uno di loro.

Samy, 32 anni, è da più di 10 mesi nel campo profughi di Moria, a Lesbo.

La sua richiesta di asilo è stata recentemente accettata, ora è in attesa di ricevere i documenti per poter lasciare la Grecia: non sa dove andrà o quando la moglie e i due figli potranno raggiungerlo.

Non vede la sua famiglia dal 30 agosto dello scorso anno.

“Mi chiamo Samy, ho negoziato con persone che fanno le traversate pagando 500 euro: i primi giorni, siamo stati stipati in dei camion, bloccati, eravamo 50, poi siamo stati portati in una zona dove ci siamo nascosti, ma avendo scoperto che c’era la Polizia non abbiamo potuto attraversare il confine, ci siamo stati per giorni, non era preparato, non c’era nemmeno cibo da mangiare nè acqua”.

“Siamo stati arrestati, portati alla prigione di Izmir e siamo rimasti lì per 10 giorni: è un’altra realtà, non sono mai stato in prigione nel mio Paese”.

“Come spesso accade, entri in un camion e addirittura molti soldati ci hanno inseguiti sparando, non so se fossero proiettili di plastica o meno, poi ci hanno fermati e portati alla stessa prigione per altri otto giorni, in totale ho passato 38 giorni in carcere”.

“Sono tornato dalla prigione, lo stesso giorno mi ha chiamato lo scafista per dirmi di riprovare, ho acconsentito: faceva così freddo che mani e piedi mi si sono congelati, dormivamo sotto gli alberi, poi abbiamo visto della gente venire verso di noi per dirci che si poteva partire, siamo scesi in acqua, hanno gonfiato la barca, messo su il motore e siamo partiti”.

“Non so quanta strada abbiamo percorso, ma siamo stati oltre un’ora in acqua: c’erano bambini e circa 50 persone”.

“Abbiamo completato la traversata e siamo arrivati ​​in Grecia, poi abbiamo visto della gente venire a salutarci, darci dei vestiti perché eravamo bagnati, scarpe, biscotti, acqua”.

“Non sapevamo a cosa saremmo andati incontro: non sapevo che avrei potuto vivere tutto questo, oggi rappresenta un bagaglio d’esperienza, dico solo che ci sono persone che vivono vite al di fuori della normalità, ed è quello che ho vissuto io”.

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