La vita di Maradona nei film da lui ispirati: uomo, calciatore, rivoluzionario, tossicodipendente, leggenda sportiva
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Un 'tantino squinternato di cerebro, come tutti i geni', così aveva definito Maradona Gianni Brera, che raccontava di sport come fosse arte. E lui, il Pibe de Oro, idolo sportivo di caratura planetaria, qualche incursione nella settima arte l'aveva fatta.
Nel 2008, il regista serbo Emir Kusturica aveva presentato a Cannes il suo documentario sul campione argentino di tutti i tempi "Maradona by Kusturica", Emir Kusturica - Wild Bunch: calciatore, uomo, rivoluzionario, tossicodipendente. "Il miglior giocatore al mondo e una grande persona", aveva detto Kusturica al festival.
In streaming su Netflix, una docu-serie intitolata "Maradona in Mexico", Angus Macqueen, fotografa uno stralcio della sua vita più recente, tra sport e privato, con uno sguardo sulla sua parentesi da allenatore del club messicano di seconda divisione Dorados de Sinaloa a Culiacán.
Ma Diego il Grande catapultava in alto anche chi si avventurava a descrivere le sue gesta.
Gli bastava toccare, di mano e di piede, e il Mida Re del pallone faceva diventare tutto d'oro. Come la carriera del regista britannico Asif Kapadia, già di altissimo livello grazie ai documentari su Ayrton Senna e Amy Winehouse, quest'ultimo campione di incassi nel Regno Unito.
Il film di Kapadia è incentrato sul periodo in cui Maradona si trasferì da Barcellona a Napoli nel 1984, vincendo la Serie A e la Coppa UEFA nella stagione 88/89 con la squadra italiana.
Dice Asif Kapadia: "In un certo senso è il ponte tra campioni come Pelé e Messi e Ronaldo. È il ragazzo che è passato dalla generazione del bianco e nero allo star system dei tempi attuali, con un miliardo di seguaci su instagram. Dai tempi in cui guardavo il calcio, è il miglior giocatore del mondo".
Il film documentario di Kapadia su Diego Maradona è ora disponibile via internet su HBO.