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Oltre 2,3 milioni di discendenti di esuli chiedono la cittadinanza spagnola

Pedro Sánchez, Presidente del Governo spagnolo, prima dell'incontro con il suo omologo tedesco
Pedro Sánchez, Presidente del Governo spagnolo, prima dell'incontro con il suo omologo tedesco Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Cristian Caraballo
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La Legge sulla Memoria Democratica porta una massiccia ondata di domande di cittadinanza spagnola: più di un milione di discendenti di esuli e emigrati ha già presentato richiesta, con l’Argentina in testa

Oltre un milione di discendenti di esuli o emigrati spagnoli ha già richiesto la cittadinanza spagnola attraverso i consolati, grazie alla Legge sulla Memoria Democratica. A queste domande si aggiungono circa 1,3 milioni di appuntamenti prenotati, in attesa di essere processati a causa dell’arretrato amministrativo.

Secondo il Consiglio generale della cittadinanza spagnola all’estero (Cgcee), che rappresenta oltre tre milioni di spagnoli residenti all’estero, circa metà delle pratiche aperte sono state già accolte positivamente, mentre i rifiuti restano solo il 2 per cento. Tuttavia, molti casi non hanno ancora una registrazione definitiva. Il numero complessivo di richieste, 2,3 milioni, supera di oltre quattro volte quello registrato con la Legge sulla Memoria Storica del 2007.

La normativa, approvata nel 2022, prevedeva un periodo iniziale di due anni, poi esteso a tre, per richiedere la cittadinanza. Possono accedervi figli e nipoti di spagnoli che hanno perso la cittadinanza a causa dell’esilio politico, ideologico o per discriminazioni legate al genere e all’orientamento sessuale. Sono inclusi anche i figli di donne spagnole che avevano perso la cittadinanza sposando uno straniero prima del 1978.

L’ultima scadenza, il 21 ottobre, ha generato un’ondata di domande senza precedenti, superando la capacità dei consolati. Per evitare di escludere chi aveva prenotato un appuntamento, le autorità hanno reso più flessibile l’interpretazione della norma, considerando valide anche le richieste non ancora formalmente presentate.

Quasi il 40 per cento delle domande proviene dall’Argentina, con il consolato di Buenos Aires che registra circa 645.000 pratiche, seguito da Córdoba (125.000). Altri centri con numeri elevati sono L’Avana (350.000), Città del Messico (165.000), San Paolo (150.000), Miami (120.000) e Caracas (40.000).

La legge prevede due modalità principali per ottenere la cittadinanza. La prima riguarda i discendenti di esuli della dittatura franchista, che devono dimostrare il proprio legame storico tramite documenti ufficiali, pensioni o certificati di associazioni. La seconda modalità, più semplice, consente a chi è nato all’estero da genitori o nonni spagnoli di ottenere la cittadinanza presentando certificati di nascita che attestino l’origine.

Questa doppia possibilità spiega l’ondata straordinaria di richieste e testimonia l’interesse crescente dei discendenti degli emigrati nel riavvicinarsi alla propria patria d’origine.

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