L'Amazzonia nelle fotografie di Salgado e la musica di Jarre

L'Amazzonia nelle fotografie di Salgado e la musica di Jarre
Diritti d'autore @ Cité de la Musique - Philarmonie de Paris, 2021
Diritti d'autore @ Cité de la Musique - Philarmonie de Paris, 2021
Di Margherita Criscuolo
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Fino al 31 ottobre un'esposizione immersiva alla Filarmonica di Parigi è anche una denuncia del governo Bolsonaro

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La fragilità dell’Amazzonia e dei suoi abitanti nell’obiettivo di Sebastião Salgado e la musica immersiva di Jean-Michel Jarre: sono 200 gli scatti in bianco e nero protagonisti della mostra Amazônia alla Filarmonica di Parigi, risultato di sette anni trascorsi nella foresta in cui il grande fotografo brasiliano ha incontrato le comunità locali. La mostra è soprattutto un grido d’allarme contro la distruzione della foresta e una denuncia del governo di Bolsonaro, come spiega Salgado stesso.

Un viaggio fotografico

"Il governo di Bolsonaro racconta bugie su bugie, dà l'impressione di risolvere i problemi ma racconta bugie per continuare a distruggerla. Dopo le sue dichiarazioni in occasione degli incontri organizzati dal presidente degli Stati Uniti, questo mese è stato il mese in cui si è verificata la più grande distruzione mai avvenuta della foresta. Tutto questo è successo dopo le sue promesse… La distruzione dell'Amazzonia procede a una velocità incredibile”, così Salgado.

Una sinfonia-mondo

La potenza della mostra risiede anche nella colonna sonora d'eccezione composta dal musicista francese Jarre: una sinfonia-mondo capace di trasmettere la ricchezza dell'universo sonoro della foresta per un'esperienza di visita immersiva. Il fruscio degli alberi, il grido degli animali, il canto degli uccelli e il fragore delle acque compongono il paesaggio sonoro che accompagna la visione degli scatti di Salgado.

"Un lavoro come questo presentava diverse insidie- spiega Jarre - non cadere nella musica d’ambiente, la world music né qualcosa di troppo etnico, e allo stesso tempo riuscire a rendere una particolarità della foresta amazzonica e delle foreste in generale, il fatto che tutti i suoni siano indipendenti gli uni dagli altri. Vale a dire che l’uccello che canta ignora completamente le persone che passano tra gli alberi e la pioggia che cade sulle pietre. Eppure, all’orecchio umano, questi suoni creano un’armonia complessiva, che non ha nulla a che fare con l’orchestrazione, ma è un’armonia dei suoni della foresta".

Una mostra tutta da scoprire, fino al 31 ottobre, nella capitale francese alla Cité de la musique.

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