The Brief from Brussels: il bilancio UE prende forma

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Di Efi Koutsokosta
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Nuove priorità ma anche tagli a dei settori storici della politica europea. I leader europei discuteranno delle risorse da spendere per i prossimi sette anni

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I cambiamenti climatici e le modalità per affrontarli sono diventati una priorità per la nuova Commissione europea, sia in termini di politiche che di bilancio.

I leader dell'UE discuteranno del quadro finanziario pluriennale al vertice del 17 e del 18 ottobre per poter prendere una posizione comune. Il quadro finanziario pluriennale prevede un ammontare di circa 1,3 trilioni di euro.

Tra i settori che ricevereanno più risorse ci sono le politiche verdi, il rafforzamento della sicurezza delle frontiere e la gestione dell'immigrazione. Previsti invece i tagli alla politica di coesione e alla politica agricola comune.

David Cormand, eurodeputato francese del partito dei verdi ritiene che sia necessario introdurre obiettivi più ambiziosi:

"Il problema è che l'UE è un gigante economico e un gigante commerciale ma un nano in materia di bilancio. Si sta combattendo per raggiungere un contributo nazionale dell'1,2 5-1,3% del PIL per ottenere un bilancio europeo. Pesnate che gli Stati Uniti, hanno un budget federale del 23% del PIL".

Gli stati membri dell'Europa meridionale e orientale vorrebbero che le politiche agricole e di coesione mantenessero lo stesso livello di finanziamenti e che venisse aumentato il bilancio complessivo. I contribuenti netti invece vorrebbero limitare e modificare le priorità di spesa di questo ammontare.

Janusz Lewandowski, eurodeputato polacco conservatore spiega perché per alcuni paesi le politiche agricole sono un pilastro irrinunciabile.

"Le nuove sfide dovrebbero essere finanziate con nuovi fondi e non a spese della coesione e dell'agricoltura perché la coesione e l'agricoltura rendono l'Europa visibile in ogni angolo dell'UE. Mi aspetto inoltre il cosiddetto fondo di transizione che dovrebbe consentire a paesi come il mio, che è ancora molto dipendente dal carbone, di passare alle energie rinnovabili".

Il punto interrogativo è la Brexit, che lascerà dietro di se un vuoto finanziario da colmare.

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