Lotta all'Hiv: il Fondo globale punta a raccogliere 14 miliardi di dollari in tre anni

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Di Guillaume Petit
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L'Italia è il nono donatore pubblico: nei 17 anni dalla sua istituzione ha versato nelle casse del Fondo quasi un miliardo di euro

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Quando a vent'anni ha detto ai genitori di essere omosessuale, Elvis è stato cacciato di casa. Originario del Burundi, Elvis è un attivista per i diritti delle persone Lgbt: ha vissuto a lungo per strada, ma è riuscito comunque a proteggersi dall'Hiv grazie ai kit per la prevenzione distribuiti dal Fondo globale per la lotta all'Aids, la tubercolosi e la malaria. Non tutti però hanno avuto la sua fortuna. E quando è troppo tardi per la prevenzione, è complicato accedere alle terapie antiretrovirali, specie nelle zone rurali del paese.

"La maggior parte dei giovani che dichiarano la propria omosessualità vengono cacciati di casa e devono vivere per strada, senza soldi, in alcuni casi sono costretti a prostituirsi - ha detto Elvis a Euronews - Questi kit preventivi dotati di preservativi possono aiutarli a superare questo momento difficile senza contrarre l'Hiv, come ho fatto io".

A Lione è in corso la sesta conferenza di rifinanziamento del Fondo, istituito nel 2002: l'obiettivo è quello di raccogliere almeno quattordici miliardi di dollari nei prossimi tre anni. I maggiori donatori sono Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Giappone e Unione europea. Più di due terzi delle risorse del Fondo sono destinati ai paesi dell'Africa subsahariana, mentre quelli di Asia e Pacifico ne riceveno un quinto.

L'Italia è il nono donatore pubblico: nei 17 anni dalla sua istituzione ha versato nelle casse del Fondo quasi un miliardo di euro. Nella conferenza di rifinanziamento del 2016 aveva aumentato del 40% il suo contributo, passando da 100 a 140 milioni di euro.

Tra il 2010 e il 2018 la percentuale di pazienti sieropositivi in grado di accedere ai trattamenti è passata dal 22% al 62%. Nei paesi in cui investe il Fondo Globale, la mortalità da Hiv e Aids è diminuita del 56%.

Oggi i trattamenti sono disponibili anche in aree dove il sistema sanitario è carente o inesistente. Il prezzo è negoziato con i produttori di farmaci. Dal 2002 il costo di un anno di terapia antiretrovirale è sceso da 10mila dollari a soli 69.

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