Il nostro reportage da Esposende, nel nord del Portogallo, dove ormai le acque oceaniche minacciano le case
L'inarrestabile erosione sta sfigurando in particolare le coste del Portogallo settentrionale, causando danni all'ambiente, alla società, all'economia. Nelle località più colpite la linea costiera è arretrata di un centinaio di metri.
A Esposende, a 40 chilometri a nord di Oporto, l'oceano ormai minaccia le case. Gli abitanti hanno messo frangiflutti di legno e roccia per tentare di proteggere le sponde.
"Sfortunatamente il mare sta mangiando la sabbia", dice un residente, "Ma a nord hanno costruito delle dighe che hanno avuto conseguenze sulle dune qui".
Pimenta Machado, vicepresidente dell'Agenzia per l'ambiente portoghese, ammette che queste barriere possano creare problemi a sud. Ma assicura che prima di ogni intervento è stata fatta un'analisi costi-benefici. E aggiunge che bisogna considerare gli efetti del cambiamento climatico che intensificheranno l'erosione costiera. Un qualcosa che bisogna gestire con molta attenzione.
Il piano governativo prevede il trasporto di 35 milioni di metri cubi di sabbia sulle spiagge più colpite. Ma secondo Veloso Gomes, ingegnere dell'Università di Porto, si tratta di un provvedimento non risolutivo perché è arrivato troppo tardi: "La situazione si è aggravata, ora bisogna fare di più. Molte delle soluzioni proposte 40, 30, 20, 10 anni fa non sono state applicate, lo stesso insabbiamento artificiale non è stato fatto, o si è agito su zone già sommerse rendendo l'intervento inefficace".