Morti nel mediterraneo: quali responsabilità?

Morti nel mediterraneo: quali responsabilità?
Di Elena Cavallone
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button

La vicenda del ritrovamento dei cadaveri nel mediterraneo da parte della nave umanitaria Open Arms fa accendere il dibattito in Europa sull'efficenza della guardia costiera libica

PUBBLICITÀ

Il ritrovamento a largo delle coste libiche da parte della ONG spagnola Open Arms di una donna e un bambino senza vita è l'ultimo di una serie di naufragi che alimenta il dibattito in Europa sulla capacità della guardia costiera libica di salvare vite umane.

Un dibattito che si fa ancora più acceso visto l'impegno e le risorse che l'Unione europea attribuisce alla formazione del personale e all'equipaggiamento tecnico. Stando ai dati forniti dalla Commissione europea, dal 2016 ad oggi nel quadro della missione Sofia sono stati addestrati 213 agenti libici nel contesto dell'operazione Sofia.

Euronews ha dunque chiesto al Commissario europeo per le migrazioni di rispondere alle critiche di chi ritiene inefficace tale cooperazione con le autorità libiche.

"Quello che è successo ieri mette tutti di fronte alle loro responsabilità - afferma Dimitris Avramopoulos- ma dobbiamo continuare a lavorare insieme alle autorità libiche e  alla guardia costiera per addestrarla. Tutti i paesi, di entrambe le sponde del Mediterraneo, devono agire per mettere tra le loro priorità il salvataggio di vite umane".

Martedì a Bruxelles, si è tenuto un sit-in davanti all'ambasciata italiana per chiedere al governo di aprire i porti che il ministro dell'Interno vuole chiudere alle navi cariche di migranti salvati in mare e che sosteiene che andrebbero riportati da dove sono partiti, inclusa la Libia.

"È assurdo dire che i migranti possono essere rimandati in Libia- racconta Nizar Bredan, un ragazzo libico presente alla manifestazione- perché non esiste un'autorità centrale e molto è lasciato alle milizie. Le vittime sono i cittadini come la mia famiglia, che fa di tutto per evitare i rapimenti".

Il collettivo "apriamo i porti" ha mobilizzato non solo cittadini italiani ma anche realtà italiane e belghe per chiedere che vengano aperti canali legali di immigrazione per raggiungere l'Europa. Una soluzione questa, che sostengono eviterebbe le morti nel Mediterraneo.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Proactiva Open Arms: Serve chiarezza in mare

Sondaggio Ipsos per Euronews: aiuti all'Ucraina, a favore il 70 per cento degli europei

Il destino dell'Europa è intrecciato a quello dell'Ucraina, dice la leader dei liberali dell'Ue