Intervista a Carlo Lucarelli, le mille sfumature del giallo

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Di Cinzia Rizzi
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Lo scrittore, regista, presentatore italiano si racconta a euronews, in occasione del festival della letteratura gialla "Quai du Polar"

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Gli autori italiani hanno avuto il posto d'onore alla 14esima edizione del "Quai du Polar", il festival internazionale della letteratura gialla. Tra gli scrittori invitati a Lione, anche Carlo Lucarelli, che si è raccontato ai microfoni di euronews. L'autore di "Almost Blue" ci ha spiegato come un caso d'attualità, come l'avvelentamento di Skripal e la crisi internazionale che ne consegue, potrebbe benissimo essere la trama di uno dei suoi romanzi.

"Non può essere soltanto l'attentato ad una persona la causa scatenante di una crisi internazionale. Magari fosse così... perché vorrebbe dire che diamo un'importanza alla vita umana giusta", dichiara Lucarelli. "In realtà, si ammazza la gente o si cerca di ammazzare la gente e i governi non se ne interessano affatto. Evidentemente qui dietro c'è tutto un qualcosa di molto importante. E siccome a volte, le cose che sono state dietro a piccole cose - che sembravano eventi e invece dietro avevano delle tessiture importanti -, hanno fatto scoppiare guerre mondiali, come la Prima Guerra Mondiale, ad esempio. Ecco, che allora questo diventa un argomento inquetante e quindi un argomento perfetto, purtroppo, per i romanzi che scriviamo noi".

Ma qual è la differenza oggi tra il genere giallo italiano e quello degli altri Paesi europei?

"Noi facciamo un po' parte della stessa famiglia. Ad esempio noi scrittori italiani, francesi, spagnoli, greci... che è un po' il cosiddetto 'noir mediterraneo'. Siamo scrittori più o meno accumunati, a parte dalla facilità di incontrarci, di scambiarci le cose, ma anche da un certo modo di scrivere. Diamo molta attenzione a un certo tipo di scrittura, all'umanità di certi personaggi, al sociale e alle complicazioni politiche delle nostre storie. Mentre ad esempio il giallo anglosassone batte altre strade".

Spesso, quando c’è un adattamento televisivo o cinematografico di un romanzo, si sente dire “bella la fiction, ma il romanzo era tutta un’altra cosa!”. E' raro sentire il contrario. Perché è così difficile rendere in tv quello che si è scritto in un libro?

"_Succede che ci sono dei meravigliosi film o serie televisive. Una volta il nostro parente più prossimo era il film. Io scrivevo un romanzo e il mio 'cugino' era il cinema, la trasposizione cinematografica. Adesso abbiamo scoperto che è la serie televisiva, la stagione. Un romanzo potrebbe essere una stagione e quello successivo, la stagione successiva. __Il punto di forza del romanzo è sempre stato quello che l'autore esprime quello che ha in testa, racconta il suo mondo senza limiti e usa uno strumento molto evocativo, com'è la parola. Perciò se io scrivo giallo, ecco che può diventare giallastro, giallino, giallognolo nella testa di chi lo sta leggendo. E questa è una cosa molto importante. Quando invece diventa un film o una serie televisiva, ha dei punti di forza che sono l'immagine, la musica, il suono, tantissime cose. Però, sono delle cose molto più fisiche. Quel giallino, giallognolo, giallastro non c'è. C'è soltanto giallastro. E a volte questa cosa viene sentita come limitante. Poi c'è che televisione e cinema sono fatti da tantissime persone, che ci ruotano attorno. Per cui, quando hai a che fare con una cosa che sarebbe molto bella, ma non si pu_ò fare perché costa troppo, ecco perché il romanzo èpiù bello del film".

Forse è per questo che la serie tv "Gomorra" può essere considerata un'eccezione?

"Beh, la serie tv 'Gomorra' è una bellissima serie, che è stata fatta con tanti mezzi e con la libertà di raccontare tutto quello che va raccontato, senza il problema del 'no ma questo è troppo forte, dà una brutta immagine...questo è troppo violento, non ci guarderanno'. E' raccontata come dev'essere raccontata. Non è l'unico esempio in Italia. La fiction italiana ha fatto passi da gigante da quando era sempre la solita cosa, un po' per famiglie. Adesso stiamo raccontando delle cose molto più complesse. Quando c'è la libertà di raccontare e anche la fiducia di chi te la fa raccontare, ovviamente... quando incontri persone intelligenti dall'altra parte e tu fai bene il tuo mestiere, vengono fuori bellissime cose".

Trovate l'intervista integrale nel video

Video editor • Cinzia Rizzi

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