Medio Oriente, l'atto di accusa di Gitai in "Rabin, the last day"

Medio Oriente, l'atto di accusa di Gitai in "Rabin, the last day"
Di Euronews
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Raccontare le ultime 24 ore di vita di Yitzhak Rabin. Con“Rabin, the last day” il regista israeliano Amos Gitai torna sul grande schermo con una

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Raccontare le ultime 24 ore di vita di Yitzhak Rabin. Con“Rabin, the last day” il regista israeliano Amos Gitai torna sul grande schermo con una pellicola a metà tra fiction e documentario.

Graze agli accordi di Oslo Rabin era riuscito la dove tutti avevano fallito. In cambio del consenso all’autogoverno nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, Israele otteneva il diritto a esistere da parte dell’Autorità palestinese. L’assassino di Rabin per mano di un militante nazionalista israeliano porrà fine al sogno di una pacificazione imminente tra i due popoli.

Euronews ha incontrato Amos Gitai a Ginevra in occasione dell’International Film Festival and Forum on Human Rights, dove il regista isrealiano ha presentato il suo ultimo film.

“L’assassinio di Ytzhak Rabin ha di fatto bloccato i negoziati di pace, che restano ancora oggi impantanati. Sapete, a volte, il cinema non è soltanto affari, è anche un modo per riflettere e per tornare indietro, ricordare. E sperare che in questo modo la memoria ci aiuti a superare questo forte periodo di ostilità nel quale ci troviamo” spiega Amos Gitai

Nonostante il titolo, la pellicola di Gitai non si limita a ripercorrere i fatti del 4 novembre 1995, ma prova a ricostruire anche gli eventi occorsi in Israele nei giorni precedenti all’assassinio di Rabin, così come tornare sulle indagini avviate dal Governo a seguito.

Una scelta coraggiosa, per un film che prova a far luce su un evento che ha avuto strascichi sulla situazione attuale in Medio Oriente. Come ammette Gitai:“Il film chiama il pubblico a rispettare l’altro. E non al restare impantanati nelle proprie credenze religiose, restando isolati dagli altri oppure non riconoscendo le fedi altrui. Non si può continuare con una visione unilaterale. C‘è bisogno di riconciliarsi e di comprendere l’altro. E il mio film parla di tutto questo”.

Con un mix tra immagini di archivio e recitazione Amos Gitai riporta il pubblico ai giorni in cui Israele credeva davvero di essere vicina a una pace duratura con l’Autorità Palestinese.

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