Arrestati per aver scritto "Dio non esiste", essere ateo diventa un crimine

Access to the comments Commenti
Di Euronews
Arrestati per aver scritto "Dio non esiste", essere ateo diventa un crimine

“Dio non esiste”. Questo commento scritto su VKontakte, il facebook russo, è bastato al blogger Viktor Krasnov per finire sotto processo. Adesso rischia una condanna fino a cinque anni.

Krasnov è stato denunciato da due partecipanti alla chat in corso sul social network, che si sono rivolti alla polizia per “oltraggio ai sentimenti dei credenti”.

A darne notizia è stato Pavel Chikov, presidente dell’organizzazione per la protezione dei diritti umani ‘Agora’. Krasnov è stato inoltre sottoposto a una perizia psichiatrica – della durata di un mese – alla fine della quale è stato considerato “sano di mente” e quindi per lui si sono dischiuse le porte del tribunale.

L’articolo del codice penale in base al quale il blogger è stato denunciato era stato introdotto dopo il caso delle Pussy Riot.

L’ARABIASAUDITANON È DA MENO

Non è un buon periodo per i non credenti in Asia e Medio Oriente. Un Tribunale saudita ha condannato a duemila frustate e dieci anni di carcere un uomo che si è proclamato ateo con centinaia di post su Twitter.

La polizia religiosa incaricata di monitorare i social network ha infatti trovato oltre 600 tweet nei quali l’uomo negava l’esistenza di Dio, prendeva in giro versetti del Corano, accusava tutti i profeti di diffondere bugie e di fomentare ostilità.

Il giovane di 28 anni ha ammesso di essere ateo e si è rifiutato di pentirsi, affermando che quello che aveva scritto rispecchiava il suo credo e che aveva il diritto a esprimerlo. Il Tribunale ha imposto all’ uomo anche una pena pecunaria pari a 5.300 dollari.

RESISTONOSOLO I VECCHICOMPAGNICINESI

I funzionari del Partito comunista cinese che raggiungono la pensione, invece, non possono e non devono credere in alcuna religione. Allo stesso modo, non devono praticare alcuna attività religiosa. Lo scrive il Dipartimento per l’organizzazione del Pcc, potentissimo organo di controllo esecutivo della vita e dell’operato dei circa 88 milioni di membri della struttura. La Costituzione cinese garantisce la libertà religiosa, pur ammettendo soltanto cinque “fedi ufficiali”. I membri in carica e i dirigenti comunisti non possono praticare alcun credo: fino a oggi, invece, i pensionati vivevano in un limbo legislativo sull’argomento.