Arrestati per aver scritto "Dio non esiste", essere ateo diventa un crimine

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“Dio non esiste”. Questo commento scritto su VKontakte, il facebook russo, è bastato al blogger Viktor Krasnov per finire sotto processo. Adesso

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“Dio non esiste”. Questo commento scritto su VKontakte, il facebook russo, è bastato al blogger Viktor Krasnov per finire sotto processo. Adesso rischia una condanna fino a cinque anni.

Krasnov è stato denunciato da due partecipanti alla chat in corso sul social network, che si sono rivolti alla polizia per “oltraggio ai sentimenti dei credenti”.

A darne notizia è stato Pavel Chikov, presidente dell’organizzazione per la protezione dei diritti umani ‘Agora’. Krasnov è stato inoltre sottoposto a una perizia psichiatrica – della durata di un mese – alla fine della quale è stato considerato “sano di mente” e quindi per lui si sono dischiuse le porte del tribunale.

L’articolo del codice penale in base al quale il blogger è stato denunciato era stato introdotto dopo il caso delle Pussy Riot.

#PapaFrancesco e Kirill: «in Russia rinasce la fede, spezzate le catene del regime ateo» https://t.co/uaiIOwUPxApic.twitter.com/aMl0yHYatP

— UCCRonline (@UCCR) February 16, 2016

L’ARABIA SAUDITA NON È DA MENO

Non è un buon periodo per i non credenti in Asia e Medio Oriente. Un Tribunale saudita ha condannato a duemila frustate e dieci anni di carcere un uomo che si è proclamato ateo con centinaia di post su Twitter.

La polizia religiosa incaricata di monitorare i social network ha infatti trovato oltre 600 tweet nei quali l’uomo negava l’esistenza di Dio, prendeva in giro versetti del Corano, accusava tutti i profeti di diffondere bugie e di fomentare ostilità.

Il giovane di 28 anni ha ammesso di essere ateo e si è rifiutato di pentirsi, affermando che quello che aveva scritto rispecchiava il suo credo e che aveva il diritto a esprimerlo. Il Tribunale ha imposto all’ uomo anche una pena pecunaria pari a 5.300 dollari.

Ecco cosa succede a chi si dichiara ateo in Arabia Saudita… https://t.co/BGRoknHVTrvaly_s</a> <a href="https://twitter.com/Yi_Benevolence">Yi_BenevolenceFmMosca</a> <a href="https://twitter.com/PgGrilli">PgGrilli

— Riccardo Deias (@RiccardoDeias) February 28, 2016

RESISTONO SOLO I VECCHI ‘COMPAGNI’ CINESI

I funzionari del Partito comunista cinese che raggiungono la pensione, invece, non possono e non devono credere in alcuna religione. Allo stesso modo, non devono praticare alcuna attività religiosa. Lo scrive il Dipartimento per l’organizzazione del Pcc, potentissimo organo di controllo esecutivo della vita e dell’operato dei circa 88 milioni di membri della struttura. La Costituzione cinese garantisce la libertà religiosa, pur ammettendo soltanto cinque “fedi ufficiali”. I membri in carica e i dirigenti comunisti non possono praticare alcun credo: fino a oggi, invece, i pensionati vivevano in un limbo legislativo sull’argomento.

Cina, funzionari del partito “atei anche in pensione”: Romaì – I funzionari del Partito comunista cinese che r… https://t.co/iyzIWUgzEG

— Rassegna Stampa (@rassegnastampa) February 11, 2016

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