10/10/2015: Giornata mondiale contro la pena di morte

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Di Euronews
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Questa settimana in Utalk, Ben da Londra chiede: “La tredicesima giornata mondiale contro la pena di morte sarà il 10 ottobre. Qual‘è la situazione

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Questa settimana in Utalk, Ben da Londra chiede: “La tredicesima giornata mondiale contro la pena di morte sarà il 10 ottobre. Qual‘è la situazione attuale nel mondo?”

Risponde Raphaël Chenuil-Hazan, direttore generale dell’ong Insieme Contro la Pena di Morte e vice direttore della Coalizione mondiale contro la pena di morte: “Trenta o quarant’anni fa, due terzi dei Paesi al mondo applicavano regolarmente la pena di morte. Oggi è il contrario: due terzi dei Paesi delle Nazioni Unite hanno abolito la pena di morte, nei codici o nella pratica.

Eppure, negli ultimi anni abbiamo assistito a una recrudescenza delle esecuzioni, soprattutto nei Paesi dove non si verificavano da diversi anni o dove era in vigore una moratoria.

Le condanne alla pena capitale sono spesso inflitte per crimini legati alla droga.

L’Europa è abolizionista quasi al 100%, con l’eccezione della Bielorussia. Lo è anche l’America Latina, tranne alcune isole caraibiche.

L’Africa subsahariana è sempre più abolizionista. E nell’insieme del Maghreb non sono stati giustiziati prigionieri da oltre vent’anni.

Possiamo quindi dire che la maggior parte delle condanne e delle esecuzioni sono concentrate in tre zone del mondo: il Medio Oriente, l’Asia e, purtroppo, gli Stati Uniti.

E’ sempre molto difficile ottenere dei dati, in particolare per Paesi come la Cina e l’Iran.

Le cifre fornite dalle organizzazioni umanitarie si aggirano intorno alle 600-700 esecuzioni all’anno nel mondo, ma pensiamo che il numero sia ben più alto: fra 3000 e 4000 esecuzioni ogni anno.

La minaccia terroristica non giustifica il mantenimento della pena capitale. Lo dimostra l’esempio dell’Iraq: più violenta è stata la risposta dello Stato, tramite le esecuzioni, più forte è stato il terrorismo.

Così come è stata abolita la schiavitù, bisogna abolire anche questa pena crudele, inumana e degradante”.

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