La questione armena e curda in cinematografia

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Di Euronews
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Quest’anno il Festival del Cinema di Istambul è stato messo all’angolo a causa della censura inflitta a un docufilm sulla guerriglia curda. La

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Quest’anno il Festival del Cinema di Istambul è stato messo all’angolo a causa della censura inflitta a un docufilm sulla guerriglia curda.

La questione curda è tabu’ a Istambul. Ma altra questione impossibile per il governo turco è l’eccidio di massa degli armeni occorso 100 anni fa per mano dell’allora governo ottomano.

I registi francesi Anna Benjamin e William Clere hanno presentato il loro documentario ambientato nella Turchia odierna. Haci Orman sostiene di essere stato in carcere piu’ volte per via del suo lavoro giornalistico. Il suo era un film di fiction ambientato nel 1915.

I fantasmi del passato gravano ancora molto sulla Turchia: gli armeni che sono sopravvissuti al massacro del 1915 si sono dovuti convertire all’islam adeguandosi in tutto agli usi e i costumi turchi ma i discendenti degli armeni hanno riscoperto il loro passato. Il documentario racconta la storia di 4 persone che sono state a caccia delle loro radici.

I bisnonni della regista Anna Benjaman erano scappati a Parigi nel 1915

Anna Benjaman, regista:
“Per noi era importante avere una storia sul genocidio degli armeni che è ancora un tema presente. Cosa significa essere armeni oggi in Turchia? Cosa significa essere turchi? Cosa significa curdi? Cosa resta dell’eredità armena in Turchia? Per 100 anni non è stato detto niente, si è rimasti in silenzio, era una domanda per tutti: come si poteva mantenere il segreto?”

Fra i 100.000 e i 200.000, sono sfuggiti al massacro e sono rimasti nella loro terra. Salvati o rapiti da famiglie turche e curde, nascosti tra le montagne d’Anatolia, sono tutti stati integrati nella popolazione e dimenticati.

Guillaume Clere, regista: “C‘è una storia ufficiale che esiste ed è in ritardo rispetto a quello che vivono le persone, tuttavia non siamo in un film politico che sostiene quello che bisogna assolutamente riconoscere e invita ad azioni di riparazione. Siamo in un film in cui alcuni dicono: voglio sapere che cosa è accaduto ai miei nonni”.

l film ritrae la sofferenza di Nazli, Armen, Dogukan Yasar la cui vita è cambiata completamente, scoprendo la verità delle proprie origini armene. Il documentario francese ha avuto il sostegno del finanziamento on line.

Il regista e giornalista turco Haci Orman ha girato una fiction di 20 minuti fra mille difficoltà.

Haci Orman, regista : “E’ stato molto difficile mettere insieme il cast perchè appena hanno sentito qual era il tema si sono spaventati tutti. Ho impiegato un anno a trovare l’insieme necessario a girare”.

Questa è la prima fiction prodotta in Turchia sul massacro degli armeni e racconta la storia del teologo tedesco Johannes Lepsius che vuole convincere il più potente comandante dell’Impero Ottomano, generale Enver Pasha, a fermare la “deportazione” degli armeni.

Haci Orman:” Tutti i libri relativi alla questione armena sono stati distrutti o vietati in Turchia. Ecco perché sono dovuto andare in Germania e in Francia per ottenere l’accesso a materiale d’archivio. Ma la sfida più grande è stata anche trovare un luogo per girare, che è stato molto difficile, perché nessuno voleva concederlo dopo aver detto qual era il nostro soggetto”.

Questo film riguarda il dialogo fra due potenti, un militare che viene dall’est e un teologo e umanista occidentale.

“Homo Politicus” mostra la filantropia contro il nazionalismo, la morale contro la politica.

Wolfgang Spindler, euronews:
“Un capitolo nero nella storia della Turchia secondo i registi. Opere cosi’ sono sicuramente contributi importanti per discutere il passato turco e per capire la sua storia”.

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