La verità sull'inflazione britannica e sulla caduta della lira turca

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Benvenuti a Business Middle East, questa settimana leggeremo tra le righe dell’ultimo rapporto della Bank of England riguardante i dati

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Benvenuti a Business Middle East, questa settimana leggeremo tra le righe dell’ultimo rapporto della Bank of England riguardante i dati sull’inflazione britannica. E poi analizzeremo nel dettaglio il record storico segnato dalla lira turca rispetto al dollaro.

L’ultima dichiarazione rilasciata dalla Banca Centrale britannica sembra contenere pensieri confusi

Il rapporto del Governatore Mark Carney sull’inflazione sembra, infatti, contenere apparenti contraddizioni.

Carney ha parlato della possibilità di una crescita dei tassi d’interesse entro la fine dell’anno, ma allo stesso tempo ha confermato che le banche restano pronte a tagliare i tassi se necessario..

Ecco perché gli investitori europei e mediorentiali chiedono chiarimenti.

Quale trend dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi, considerando una bassa inflazione?

La Bank of England prova a tenere duro mentre continua lungo la sua politica di espansione monetaria, ma dopo la pubblicazione dei dati sull’inflazione, la sua strategia oggi appare meno chiara….

Per la prima volta negli ultimi 50 anni la Banca Centrale britannica ha accennato a un’inflazione in diminuzione e annunciato che il prossimo anno potrebbe scendere ancora. Il Governatore Mark Carney ha spiegato la situazione
dicendo:“l’inflazione ha raggiunto il suo livello piu basso dall’introduzione degli indici relativi venti anni fa. Scenderà ancora molto probabilmente, fino a diventare negativa in primavera, per poi tornare attorno allo zero nel resto dell’anno”.

Il basso livello dell’inflazione è dovuta secondo Carney alla caduta dei prezzi del petrolio.
Eppure dall’ultimo rapporto sui prezzi al consumo arrivano segnali diversi. Carney ha ad esempio accennato alla possibilità di aumentare il livello dei tassi d’interesse entro la fine dell’anno, ma allo stesso tempo sottolinea la disponibilità degli istituti a tagliare i propri interessi se necessario.
Questo nonostante il verbale dell’ultima riunione della Bank of England abbia rivelato la disponibilità di due dei suoi membri a votare in favore di un aumento dei tassi di interesse. E nonostante che all’inizio dell’anno l’insieme dei membri della Commissione per la Politica Monetaria abbia votato all’unanimità per lasciare i tassi invariati.

La maggior parte degli economisti del resto non crede che il livello dell’inflazione tornerà a salire presto, cosa che renderà le cose difficili per permettere alla Banca Centrale di vedere crescere il costo dei prestiti.
Per un’analisi più accurata sul rapporto della Bank of England relativo all’inflazione britannica Euronews ha intervistato Nour Eldeen Al Hammoury, Chief Market Strategist per la ADS securities di Abu Dhabi.

Euronews
Lo scorso dicembre la Bank of England parlava di un aumento dei tassi di interesse. La settimana scorsa ha però affermato che potrebbe invece tagliarli. Il Governatore Mark Carney ha inviato un messaggio di avvertimento?

Nour Eldeen Al-Hammoury
Gli annunci contraddittori in arrivo dalle banche centrali mondiali e non soltanto da quella d’Inghilterra non stupiscono. C‘è da dire che Mark Carney da parte sua non è mai stato davvero chiaro con i suoi investitori sin da quando è entrato in carica. Ll’inflazione britannica, oggi allo 0.15% è al livello piu basso mai raggiuinto dal 2000. Un livello che non è stato raggiunto neanche nel 2004. Quest’anno, inoltre, è scesa anche l’inflazione attesa a causa del livello che questa ha raggiunto nel 2013 e 2014, arrivando oggi allo 0.9%.
Se l’aspettativa d’inflazione per il 2015 dunque resta dello 0,9%, per la Bank of Englad l’obiettivo si attesta attorno al 2%, cosa che fa capire quanto la realtà sia lontana. Per questa ragione nessun aumento dei tassi è giustificato. La Bank of England, in realtà, potrebbe tagliare ulteriormente i tassi se l’inflazione dovesse raggiungere segno negativo e prima ancora di quanto stimano i mercati nel generale contesto di rallentamento economico internazionale. L’aumento dei tassi arriva in genere insieme a una sorta di stabilizzazione generale dell’economia, all’aumento degli stipendi. E questi numeri potrebbero scendere sempre a causa del rallentamento economico.

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Guardando al mercato delle valute. Quale trend possiamo immaginare per la sterlina rispetto alle altre valute? Ad esempio rispetto a quelle mediorentiali? Che effetti ci saranno per la regione?`

Nour Eldeen Al-Hammoury
La sterlina ha avuto un buon momento la scorsa settimana. Seppure il cambio con il dollaro sia crollato a 1,52 seguendo le osservazioni del taglio di interesse è risalito a 1,54. Nonostante questo il Direttore della Bank Of England ha annunciato che un aumento dei tassi resta un’opzione. Allo stesso tempo la sterlina dovrebbe stabilizzarsi contro le principali valute mediorentiali. Ad esempio il cambio tra sterlina e dirham è tornato a 5.66, recuperando parte della caduta registrata a gennaio quando era a 5,50. Anche il cambio sterlina/ryal è tornato a 5,79 contro il 5,61 registrato sempre a gennaio. Quello tra sterlina britannica e sterlina egiziana è oggi a 11,77 rispetto a 10,75 di gennaio. La crescita della sterlina britannica seppure negativa per gli scambi nella regione, è oggi a un buon livello rispetto a quelli da record raggiunti contro queste valute lo scorso anno.

Sin dall’inizio dell’anno la lira turca è stata protagonista di un violento declino contro il dollaro. La perdita è stimata attorno al 6,5%. La scorsa settimana, poi, la lira è scesa al livello piu basso mai raggiunto, sotto i 2 dollari e 50. Per gli economisti le cause del crollo sono molteplici. Per prima cosa le politiche della Federal Reserve e i suoi piani per far aumentare gli interessi statunitensi nel corso dell’anno, spingendo il dollaro contro le altre valute. Ci sono poi le pressioni sulla Banca Centrale Turca esercitate dal Presidente Recep Tayyp Erdogan che spinge per avere interessi piu bassi e pompare la crescita economica nel Paese.
La Banca Centrale si è pero rifiutata di ridurre ulteriormente il costo dei prestiti, fin quando l’inflazione non tornerà a un livello accettabile.
Scopriremo cosa deciderà di fare il prossimo 24 febbraio.. Data in cui la Banca Centrale turca ospita l’incontro regolare tra i suoi membri e nel quale è prevista la pubblicazione delle previsioni sull’inflazione e da cui potrebbe arrivare l’ok alle richieste di Erdogan, e dare così volatilità alla lira.

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