In un’ampia intervista a Euronews, il primo ministro montenegrino Milojko Spajić parla dell’adesione del suo Paese all’UE entro il 2028 e dell’importanza di allineare la propria politica estera a Bruxelles.
Il Montenegro inasprirà le norme sui visti per i cittadini russi per allinearsi alla politica dell’UE, a cui il Paese dei Balcani occidentali spera di aderire entro il 2028.
Il governo montenegrino intende attuare le misure appropriate “molto presto”, ha dichiarato il primo ministro Milojko Spajić a The Europe Conversation di Euronews, in seguito al primo Forum sull’allargamento della Commissione a Bruxelles.
All’inizio di questo mese, l’UE ha annunciato norme più severe per i visti dei cittadini russi, al fine di rafforzare la sicurezza dopo gli attacchi ibridi con droni attribuiti alla Russia.
D’ora in poi i cittadini russi non potranno più ottenere visti per ingressi multipli nell’UE. Potranno ricevere esclusivamente visti per ingresso singolo, il che li obbligherà a presentare una nuova domanda per ogni visita.
La situazione in Montenegro è tuttavia molto diversa: i cittadini russi possono entrare nel Paese senza visto per un periodo massimo di 30 giorni con un passaporto valido, motivo per cui sono numerosi i russi che visitano il Paese.
Spajić ha sottolineato che il Montenegro segue pienamente la politica estera e di sicurezza comune (PESC) dell’UE - un requisito fondamentale per l’adesione all’UE - anche in questo ambito.
La PESC è lo strumento dell’UE per coordinare le azioni di politica estera e sicurezza, che comprende anche le sanzioni del blocco contro la Russia.
“Ancora prima di avere lo status di membri e i relativi vantaggi, ci comportiamo come uno Stato membro”, ha affermato il premier montenegrino.
Per aderire al blocco dei 27, il Montenegro dovrà adeguare la propria politica dei visti a quella dell’Unione europea.
A ottobre il Paese ha inoltre revocato i programmi di esenzione dal visto per i cittadini di Armenia, Uzbekistan, Kuwait ed Egitto, proprio per conformarsi alla politica dell’UE.
“La necessità di portare valore aggiunto”
Il Montenegro è considerato uno dei Paesi favoriti nel processo di adesione all'Unione europea. La leadership montenegrina punta a far entrare il Paese come 28° membro dell’Unione entro il 2028. Spajić ha riconosciuto che sono stati compiuti rapidi progressi, ma che si può fare ancora di più.
“Abbiamo bisogno che tutti i 27 Stati membri sentano e credano davvero che sia nel loro interesse nazionale avere il Montenegro come parte dell’UE”, ha osservato Spajić. “Dobbiamo convincerli di questo. Non possiamo rilassarci”.
Il primo ministro ritiene che il Montenegro debba ora concentrarsi sulla costruzione e sul rafforzamento delle relazioni con gli altri Stati membri. “Ci sono Stati membri che sono un po’ più conservatori riguardo all’allargamento come concetto. Quindi dobbiamo lavorare intensamente su questi Paesi”.
A questo proposito, Spajić ha posto l’accento sullo Stato di diritto: “I Paesi balcanici sono tradizionalmente stati al centro dell’attenzione per quanto riguarda questo aspetto”.
Ha aggiunto che il Montenegro ha portato avanti riforme su questo fronte, come dimostra la chiusura del capitolo 5 sugli appalti pubblici. Quest’ultimo riguarda il corpus di leggi e regolamenti dell’UE che i Paesi candidati devono adottare prima di poter aderire all’Unione europea.
“Ma, ripeto, dobbiamo fare molto di più. Dobbiamo dimostrare che stiamo facendo un ottimo lavoro in termini di Stato di diritto”.
Più in generale, sul piano tecnico, Spajić ha affermato che il Montenegro deve fare “la sua parte ed essere pronto per l’ingresso”.
“È nel nostro interesse, è nell’interesse dell’intera Unione, perché, una volta entrati nell’UE, vogliamo portare valore aggiunto. Non vogliamo sottrarne”.