La guerra fra Israele e Hamas domina la settimana europea: nel suo approfondimento settimanale, Stefan Grobe giudica la risposta dell'Ue, insieme all'ex primo ministro finlandese Alexander Stubb
Il giorno dopo l'attacco di Hamas, le bandiere con la stella di David sono state proiettate sulle facciate di Commissione e Parlamento europeo e i vertici delle istituzioni comunitarie hanno espresso solidarietà e sostegno a Israele.
Poi sono cominciate le contraddizioni. In un primo momento, il commissario all'Allargamento Olivér Várhelyi aveva annunciato la sospensione di tutti gli aiuti destinati ai territori palestinesi. Poi il suo collega, il commissario alla Gestione delle crisi Janez Lenarčič, ha specificato che gli aiuti umanitari ai palestinesi proseguivano, e infine la Commissione ha chiarito con un comunicato stampa ufficiale che tutti i progetti e i programmi sono sottoposti a revisione, ma nessun pagamento è sospeso. E proseguiranno comunque gli aiuti umanitari, che per il 2023 ammontano a 27,9 milioni.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e quella del Parlamento Roberta Metsola hanno sottolineato il "diritto di Israele a difendersi", come ha fatto l'Alto rappresentante dell'Ue per gli Affari esteri Josep Borrell, ma con una specifica non di poco conto: la guerra contro Hamas deve essere condotta rispettando il diritto umanitario internazionale, e l'assedio della striscia di Gaza, con il blocco delle forniture di acqua, cibo e carburante non è in linea con il diritto internazionale.
Nell'approfondimento settimanale "Stato dell'Unione", Stefan Grobe e Sándor Zsiros ne parlano con Alexander Stubb, ec primo ministro della Finlandia.