Charles Michel in esclusiva: "L'Ue non è ingenua davanti al legame Russia-Cina"

Charles Michel è presidente del Consiglio europeo dal 2019
Charles Michel è presidente del Consiglio europeo dal 2019 Diritti d'autore Geert Vanden Wijngaert/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
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Di Efi Koutsokosta
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Alla vigilia del Consiglio europeo, il suo presidente stila la lista delle priorità: sostegno all'Ucraina contro la Russia e supporto alle imprese del continente. Scettico sulla mediazione di Pechino, Michel sottolinea la necessità di un rapporto con il governo di Xi Jinping

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Le preoccupazioni per l'economia europea, che deve rispondere all'Inflation Reduction Act degli Stati Uniti, ma anche il sostegno all'Ucraina nella resistenza contro l'aggressione russa e soprattutto il rifiuto del piano di pace cinese per mettere fine alla guerra

In questa intervista esclusiva a Euronews, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel delinea le priorità del prossimo summit dei Capi di Stato e di governo, in programma a Bruxelles il 23 e 24 marzo.

La guerra, la Russia e la Cina

L'Unione europea non è "ingenua" riguardo al riavvicinamento diplomatico tra Russia e Cina concomitante alla guerra in Ucraina, ma il rapporto sempre più stretto non dovrebbe dissuadere Bruxelles dall'impegnarsi con Pechino.

"È importante che la Cina non appoggi la Russia, sostenga il diritto internazionale e la stabilità attraverso la Carta delle Nazioni Unite".

"Non sono ingenuo. So che ci sono stretti legami tra Cina e Russia - prosegue il presidente del Consiglio europeo -. Ma d'altra parte, che dobbiamo impegnarci con la Cina, non perché siamo d'accordo su tutto con loro, ma al contrario perché dobbiamo difendere i nostri interessi e i nostri principi”.

Nella sua intervista a Euronews, Michel ha ribadito il suo sostegno al piano di pace in 10 punti proposto dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che prevede il ritiro totale delle truppe russe e il ripristino dei confini dell'Ucraina riconosciuti a livello internazionale.

La proposta di Zelensky sembra divergere significativamente dal documento in 12 punti recentemente presentato dalla Cina, da cui è assente la questione dei territori occupati.

Il piano cinese fa riferimento ai principi del diritto internazionale, ma evita di descrivere la guerra come tale, parlando invece di "crisi". Sollecita inoltre la revoca delle "sanzioni unilaterali" e la fine della "mentalità da guerra fredda": un linguaggio che appare come una sorta di critica al comportamento dei Paesi occidentali.

"Questo piano di pace non è ciò in cui crediamo", ha detto Michel. "Crediamo nella formula di pace proposta dal presidente Zelenskyy, che si basa sulla Carta delle Nazioni Unite, sul diritto internazionale e sull'approccio multilaterale".

"Questo piano di pace non è ciò in cui crediamo"
Charles Michel
Presidente del Consiglio europeo

"Nessuna intenzione di attaccare la Russia"

Il presidente del Consiglio europeo ha definito "estremamente importante" la nuova tranche di aiuti militari da due iliardi di euro approvata dai ministri degli Esteri e della Difesa dell'Ue, che prevede per la prima volta un programma di approvvigionamento comune di munizioni.

"Questa è una decisione concreta per una vera difesa europea. In passato abbiamo discusso molto di questa questione, per alcuni era un dibattito teorico. Ora, è la realtà. Era impossibile immaginare una decisione del genere prima dell'inizio dell'invasione russa".

Alla richiesta di tracciare un confine tra sostegno militare e belligeranza attiva, Michel ha affermato che l'Ue ha il diritto legale di aiutare una nazione sotto attacco. "Non c'è dubbio che non abbiamo intenzione di attaccare la Russia. C'è un aggressore, la Russia, e ci sono vittime", spiega il presidente.

"Stiamo sostenendo il diritto internazionale, perché sappiamo che se non sosteniamo l'Ucraina, il mondo sarà meno sicuro in futuro".

"Molte sfide difficili"

"Riteniamo sia importante affrontare la competitività a lungo termine dell'Unione europea. Stiamo affrontando molte sfide difficili allo stesso tempo", ha affermato poi Michel, riferendosi agli alti prezzi dell'energia, ai cambiamenti climatici, alla transizione digitale e alla mancanza delle necessarie competenze.

"Stiamo monitorando cosa sta succedendo in Svizzera e negli Stati Uniti", afferma il presidente in riferimento al crollo della Silicon Valley Bank, la più grande banca americana a fallire dal 2008, e all'acquisizione, mediata dal governo, di Credit Suisse. "Ma sono fiducioso: abbiamo gli strumenti giusti per assicurarci di mantenere una situazione stabile".

Secondo il presidente, gli ultimi sviluppi dovrebbero servire da "argomentazione aggiuntiva" per far avanzare i colloqui da tempo in stallo sull'unione bancaria europea, che rimane incompleta a causa delle persistenti divergenze tra gli Stati membri.

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