Ecco perché l'economia tedesca ha più difficoltà delle altre in Europa

Veduta del centro della città di Monaco, capitale della Baviera, Germania, 12 novembre 2022
Veduta del centro della città di Monaco, capitale della Baviera, Germania, 12 novembre 2022 Diritti d'autore Markus Schreiber/Copyright 2022 The AP. All rights reserved
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Di Indrabati Lahiri
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Le economie di Francia e Germania sono quelle che hanno registrato i risultati peggiori in Europa, mentre il Regno Unito è considerato moderatamente positivo. Spagna e Italia registrano segnali decisamente più consistenti

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Le imprese europee si trovano ad affrontare un contesto commerciale sempre più difficile a causa dell'impennata dell'inflazione e dell'aumento dei costi di finanziamento, con i tassi di interesse che continuano a rimanere scomodamente alti. Molte aziende di tutti i settori hanno dovuto interrompere o rimandare progetti a causa del costo del debito diventato rapidamente inaccessibile. Ciò ha avuto un impatto anche sugli investimenti di capitale e sulle assunzioni.

Per quanto riguarda i consumatori, l'aumento dell'inflazione ha provocato un incremento dei prezzi di diversi beni e servizi di prima necessità. L'aumento dei tassi di interesse ha fatto lievitare anche il costo dei mutui, lasciando meno reddito disponibile ai consumatori. 

I punti chiave sulle difficoltà delle aziende europee

L'ultimo Weil European distress index di aprile 2024, che ha preso in esame 3.750 società europee quotate in borsa, ha rivelato diversi aspetti chiave sulle difficoltà delle aziende nel continente. 

Weil prende in considerazione 16 indicatori, tra cui liquidità, redditività, rischio, valutazione, investimenti e mercati finanziari, per misurare il livello di difficoltà delle società. L'analisi prende in considerazione cinque mercati: Europa, Regno Unito, Germania, Francia e Spagna-Italia.

Lo studio legale analizza le aziende di dieci settori, dalla vendita al dettaglio e i beni di consumo, all'industria, la sanità, i servizi finanziari, il petrolio e il gas.

Il rapporto 2024 afferma: "La difficoltà aziendale può essere definita come incertezza sul valore fondamentale delle attività finanziarie, volatilità e aumento del rischio percepito. Si riferisce anche all'interruzione del normale funzionamento delle performance finanziarie delle aziende, compresa la loro capacità di soddisfare i requisiti di indebitamento".

In particolare è emersa una maggiore vulnerabilità nei settori ad alta leva finanziaria e ad alta intensità di capitale. Inoltre, le aziende più piccole sono risultate molto più esposte ai continui aumenti dei tassi di interesse e ai rating di credito più bassi, con conseguenti maggiori difficoltà. Anche settori come l'industria, la sanità, la vendita al dettaglio e l'immobiliare sono risultati più in difficoltà.

La Germania è il mercato più in difficoltà in Europa, mentre altre importanti economie come la Spagna e l'Italia sembrano essere in ripresa sotto questo aspetto.

Neil Devaney, partner e co-responsabile dello studio di ristrutturazione di Londra di Weil, ha dichiarato in un comunicato stampa: "Il panorama delle difficoltà aziendali in Europa si sta evolvendo. Mentre la geografia e il settore continuano a essere fattori importanti nella valutazione delle prospettive finanziarie delle aziende, vediamo che le dimensioni delle imprese hanno un impatto molto maggiore sui loro livelli di difficoltà". 

"Sembra esserci una crescente disparità tra le piccole e le grandi imprese, con le aziende più piccole che sono state colpite più duramente dall'aumento dei tassi di interesse e dalle sfide di liquidità. Quelle che sono in procinto di rifinanziarsi sono le più colpite. Le imprese più grandi, pur dovendo affrontare le stesse condizioni di mercato, tendono a beneficiare di opzioni di finanziamento più diversificate e di maggiori riserve di liquidità, che garantiscono loro una maggiore flessibilità nella gestione delle strutture del capitale", ha detto Devaney. 

Quali sono i settori europei più in difficoltà?

Andrew Wilkinson, senior partner per le ristrutturazioni europee e co-responsabile della practice di Weil per le ristrutturazioni a Londra, ha dichiarato nel comunicato stampa: "Sebbene alcuni settori mostrino segni di ripresa, i livelli di difficoltà rimangono relativamente elevati". 

"Con gli attuali indicatori macroeconomici, che presentano un quadro più sfumato rispetto alle precedenti previsioni, possiamo aspettarci che le imprese ad alta intensità di capitale e ad alto indebitamento continuino a subire pressioni", ha detto Wilkinson. 

Ha aggiunto: "Quelle che operano nei settori dell'industria, della vendita al dettaglio e dell'immobiliare stanno sopportando il peso maggiore di queste pressioni. Le imprese in grado di adeguare le proprie strategie di investimento di capitale riusciranno a superare meglio la tempesta".

Il settore immobiliare è quello che sta vivendo le maggiori difficoltà in tutto il continente, soprattutto a causa del calo del valore degli immobili e dei problemi di rifinanziamento. Inoltre, le imprese del settore immobiliare, sempre più indebitate, per saldare il loro debito rimangono con poco capitale disponibile per nuovi investimenti o per finanziare i progetti in corso.

Il settore industriale ha visto aumentare i livelli di difficoltà rispetto all'ultimo trimestre, soprattutto a causa del caos della catena di approvvigionamento causato dagli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso. La minaccia yemenita ha portato diverse navi a dover fare il giro del continente africano, aggiungendo così  ritardi considerevoli nelle consegne.

Ciò ha comportato l'interruzione della produzione di alcuni beni da parte di diverse aziende europee, a causa della mancanza di componenti e materiali di base. Il settore industriale tedesco sta soffrendo particolarmente, l'economia tedesca è già considerata la malata d'Europa.

Allo stesso modo, anche il settore dei consumi e del commercio al dettaglio è in forte ritardo, con le famiglie che tirano la cinghia a causa della crisi del costo della vita e dell'aumento di affitti e mutui. 

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Inoltre, i giovani si stanno indebitando più che mai, il che li lascia con un reddito disponibile significativamente inferiore da spendere in articoli di lusso o di alta gamma. Negli ultimi mesi, inoltre, diverse aziende del settore nel Regno Unito e in Europa hanno dovuto affrontare una serie di problemi tecnici e di insolvenze.

Tuttavia, il settore sanitario sembra registrare una maggiore liquidità rispetto al passato, con gli investitori che iniziano a essere cautamente ottimisti, anche se le aziende con un eccessivo indebitamento continuano a destare preoccupazione.

La Germania resta il mercato più in difficoltà

La Germania è ancora il Paese più in difficoltà in Europa, con i consumatori e le imprese che rinunciano a nuovi investimenti, a causa della crisi del costo della vita e degli effetti persistenti della pandemia e della guerra tra Russia e Ucraina. Anche la liquidità ha subito un colpo con ricadute sulla redditività, dato che la crescita economica complessiva continua a essere lenta

Per quanto riguarda le previsioni economiche del Paese per il prossimo anno, Weil afferma: "Le previsioni economiche della Germania per il 2024 mostrano una crescita minima, con rischi accentuati dalla dipendenza dalle esportazioni e dalla rigidità del mercato del lavoro". 

"Si profila una potenziale recessione, dato che il calo della produzione economica è stato registrato all'inizio del 2024. Il settore industriale tedesco è particolarmente stressato dagli alti tassi di interesse, dal deficit di manodopera qualificata e dalle ampie regolamentazioni che portano a un aumento delle insolvenze. Tuttavia, i segnali di allentamento dell'inflazione, la stabilità della disoccupazione e i bassi costi dell'energia offrono un certo ottimismo per la ripresa entro il prossimo anno", si legge nel report. 

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La situazione negli altri mercati

Analogamente, da quasi un anno le imprese francesi registrano livelli di difficoltà superiori alla media, a causa della contrazione della liquidità e del calo degli investimenti. Anche la propensione al rischio ne ha risentito notevolmente, mentre la crescita economica si è fermata. La fiducia dei consumatori sembrava in crescita negli ultimi mesi, ma da febbraio è crollata, spinta al ribasso soprattutto dalla flessione delle vendite al dettaglio.

Il Regno Unito sembra andare meglio, con un certo rallentamento dei livelli di difficoltà delle imprese in linea con la tendenza dell'ultimo trimestre. Tuttavia, le aziende continuano a fare i conti con costi di finanziamento più elevati e con un debito più costoso, a causa del costante aumento dei tassi di interesse. Anche le condizioni di rifinanziamento sono diventate più rigide, con conseguente riduzione della domanda. Potrebbe esserci un lato positivo: l'inflazione sembra finalmente in calo e il mercato del lavoro si è dimostrato più resistente di quanto previsto in precedenza.

D'altro canto, l'Italia e la Spagna sembrano essere in buona forma, con livelli di difficoltà in calo significativo. Anche le aspettative di crescita e di espansione per questi due Paesi nel prossimo anno sono migliori rispetto ad altri mercati europei.

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