Per l'associazione del trasporto aereo la ripresa sarà lenta, ci vorranno mesi perché il traffico riacquisti clienti; funeste le previsioni sui posti di lavoro a rischio nel settore aereo e turistico a livello globale
Lo scopo è evitare un mare di fallimenti, ma nel settore del trasporto aereo, uno dei più colpiti dalla pandemia di coronavirus, non è detto che ce la si faccia.
Questa settimana i dirigenti dell'associazione internazionale del trasporto aereo, IATA, iniziano una serie di incontri con i governi di diversi Paesi per pensare alla ripartenza.
Per approfondire
- La mappa del trasporto aereo prima e dopo il Covid-19
- Già a marzo l'allarme della IATA
- Covid-19, Lufthansa chiude Germanwings e si piega alla crisi
Ora il traffico aereo registra un crollo verticale con le maggiori compagnie che tengono a terra l'80 per cento delle loro flotte, e le previsioni sono fosche.
Secondo le proiezioni, infatti, solo un 14 % di passeggeri ricomincerà a viaggiare alla fine del confinamento, **bisognerà aspettare almeno 2 o 3 mesi perché almeno un 47 % di chi vola riprenda fiducia e salga su un velivolo. **
Clicca qui per leggere il documento originale di IATA sulle previsioni
Come si riprenderà è da vedere, le soluzioni allo studio sono diverse: con parte dei sedili vuoti, con separatori in plexiglas tra un sedile e l'altro.
La IATA ha anche rinnovato l'invito ai governi a sostenere da subito il settore che rischia, insieme a quello del turismo, di veder bruciari 25 milioni di posti di lavoro al mondo, mentre la perdita dei ricavi stimata per l'anno in corso è di 350 miliardi in meno rispetto al 2019.
Al momento anche colossi come Lufthansa hanno ridotto al minimo i voli. EasyJet ha presto deciso lo stop totale di ogni attività, per Alitalia, (già assistita, più piccola e più facile da salvare di altri colossi nazionali), si pensa alla nazionalizzazione e anche per Air France potrebbe avviarsi un processo analogo.
Delta chiude il primo trimestre con una perdita ante imposte di 607 milioni di dollari su ricavi in calo del 18%. L'amministratore delegato Ed Bastian teme un possibile crollo dei ricavi del 90% nel secondo trimestre.