Primarie Michigan: Trump batte Haley, Biden vince ma è bocciato dagli arabi-americani pro Palestina

Un cartello elettorale negli Stati Uniti
Un cartello elettorale negli Stati Uniti Diritti d'autore Paul Sancya/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
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L'ex presidente repubblicano conquista le primarie del Michigan staccando la sfidante Nikki Haley di più di 40 punti. Anche Biden vince ma il voto non allineato degli arabo-americani delusi dalla politica su Gaza è un campanello d'allarme in vista delle elezioni di novembre

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Secondo le proiezioni ormai definitive Donald Trump ha battuto Nikki Haley, e vince le primarie in Michigan compiendo un nuovo passo verso la nomination repubblicana. Con il 71 per cento delle schede scrutinate l'ex presidente è dato al 68 per cento, con Haley staccata di quasi 40 punti.

Vittoria sicura anche per Joe Biden in campo democratico, ma il voto degli uncommitted, i non allineati, supera le aspettative degli organizzatori: con lo spoglio arrivato al 59 per cento rappresenta il 13 per cento dell'elettorato. "È un grande successo per i pro-palestinesi del nostro paese e per il movimento anti-guerra", afferma Abbas Alaeih, il portavoce di Listen to Michigan, l'organizzazione che ha promosso il boicottaggio di Biden per il suo approccio alla guerra a Gaza.

L'elettorato arabo-statunitense contro Biden su Gaza

Per il presidente il voto degli uncommitted, rappresentati soprattutto dagli arabo-statunitensi, è un segnale di preoccupazione guardando alle elezioni di novembre.

Dalla campagna di Biden cercano di rassicurare mettendo in evidenza le debolezze di Trump che, nonostante le vittorie, dimostra di non riuscire a catturare almeno il 30-40 per cento degli elettori repubblicani, quelli che in questi primi turni di primarie hanno votato per Haley. Una cifra non indifferente che potrebbe costargli la vittoria alla Casa Bianca e che, secondo gli osservatori, dovrebbe attirare l'attenzione del partito repubblicano.

Swing states: il Michigan è uno stato chiave per vincere la presidenza

Il Michigan è uno degli stati chiave nella corsa al 2024. Trump lo ha vinto nel 2016 superando di 11mila voti Hillary Clinton. Nel 2020 è stato invece Biden a conquistarlo con un margine di solo il 2,78 per cento.

Mentre la maggior parte dei cinquanta stati del Paese vota tradizionalmente in prevalenza per repubblicani o democratici, alcuni noti come swing states sono noti per consegnare i propri delegati a entrambi i partiti a seconda delle elezioni. Proprio a causa di questa mancanza di "fedeltà politica" i candidati spendono una quantità di tempo e fondi sproporzionata in questi stati, che per questo sono noti anche con il nome di battle ground states, campi di battaglia_._

Oltre al Michigan, gli stati chiave per la vittoria delle presidenziali di novembre sono il Wisconsin, la Pennsylvanya, la North Carolina la Georgia, il Nevada, e l'Arizona. Qui la vittoria alle elezioni del 2020 è stata decisa da uno scarto inferiore al 3 per cento

Nikki Haley non si ritira dalle primarie repubblicane

Pur di fronte alla nuova sconfitta Haley non arretra e ribadisce il suo impegno a restare in corsa almeno fino al Super Tuesday. "Siamo su una barca e possiamo affondare con lei e guardare il Paese andare verso la sinistra socialista o possiamo prendere il gommone di salvataggio e andare in un'altra direzione", ha detto Haley usando una metafora nel corso di un'intervista a Cnn.

Per l'ex ambasciatrice alle Nazioni Unite la strada verso la nomination repubblicana è sempre più in salita, ma la sua campagna continua a mostrarsi ottimista, convinta che i voti catturati da Haley siano la dimostrazione della spaccatura del partito repubblicano che, con Trump candidato, rischia di perdere a novembre anche di fronte a un Biden debole.

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