Principessa delle Asturie 2023: premiata l'ong che fornisce pasti alle scuole dei Paesi poveri

Principessa delle Asturie 2023: premiata l'ong che fornisce pasti alle scuole dei Paesi poveri
Diritti d'autore euronews
Diritti d'autore euronews
Di Euronews
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

L'organizzazione no-profit con sede nella piccola città scozzese di Dalmally è presente in diciotto dei Paesi più poveri del mondo

PUBBLICITÀ

Euronews ha incontrato alcuni dei vincitori del premio Principessa delle Asturie 2023. La nostra prima intervista è con Amina Iddy Swedi e Panji Chipson Kajani, due manager africani di Mary's Meals, un'organizzazione no-profit con sede nella piccola città scozzese di Dalmally che fornisce pasti ai bambini in età scolare ed è presente in diciotto dei Paesi più poveri del mondo. L'organizzazione si è aggiudicata il premio nella categoria "concordia".

Come ci si sente ad essere qui in Spagna per ricevere un premio così prestigioso?

Panji: Siamo onorati di essere stati premiati con premio per la concordia. Non lo diamo per scontato, è successo grazie al sostegno che riceviamo da tutto il mondo, da tutti i tipi di persone.

Amina: Anche io sono entusiasta. Concordia significa unire le persone. Il modello di Mary's Meals prevede di lavorare con le comunità, con i volontari: quindi sono molto emozionata perché è in linea con la definizione di concordia. Sono felice di essere qui.

La storia delle origini di Mary's Meals è notevole: l'amministratore delegato Magnus MacFarlane-Barrow è rimasto colpito da quello che stava accadendo in Bosnia negli anni '90, così ha raccolto aiuti e li ha consegnati personalmente. Cosa l'ha spinta a unirsi a Mary's Meals?

Amina: Mary's Meals ha una visione chiara: fornire pasti nei luoghi di istruzione. Di solito, quando mi viene posta questa domanda, la rigiro e dico: 'Cosa mi ha fatto rimanere per tutti questi anni?'. In questo momento stiamo lavorando nella regione di Turkana, in Kenya, una zona per anni emarginata. Ho potuto vedere l'impatto del nostro lavoro dal 2018 fino a oggi. Sono davvero onorata di lavorare con Mary's Meals.

E lei, Panji?

Panji: Per formazione sono un'educatore, quindi ogni tentativo di portare l'istruzione ai bambini è per me una fonte di ispirazione. Sono anche originario del Malawi e Mary's Meals ha iniziato a fornire pasti alle scuole proprio in Malawi: ne ho visto i benefici in prima persona. Inoltre, questa è una delle poche attività al mondo i cui effetti sono visibili quasi istantaneamente: è questo che mi ha fatto andare avanti negli ultimi 12 anni.

A proposito di risultati: Mary's Meals ha ricevuto il premio per il suo "modello operativo innovativo ed efficace che consente un uso ottimale delle risorse". Cosa rende il modello di questa onlus diverso dagli altri?

Amina: Siamo orgogliosi che tutto ciò che facciamo sia strettamente legato alla partecipazione della comunità. Nel 2020, durante la pandemia, tutte le scuole erano state chiuse. Noi lavoriamo in comunità molto emarginate e sapevamo che, quando saremmo tornati dopo il Covid, avremmo trovato comunità in difficoltà. Eravamo combattuti su come andare avanti: collaborando con la comunità è successo che sono stati loro a ideare un modello che ci ha permesso di continuare a nutrire i bambini mentre erano a casa. Quindi, per quanto mi riguarda, Mary's Meals si basa soprattutto sull'organizzazione della comunità.

Questo mi porta alla prossima domanda. Panji, sono stati due anni difficili a livello globale. Sappiamo che l'inflazione contribuisce all'insicurezza alimentare. In che modo i recenti eventi globali, dalla pandemia alla guerra in Ucraina, hanno influenzato la missione di Mary's Meals?

Panji: Fortunatamente grazie al nostro modello a basso costo, alla buona amministrazione e alle risorse che otteniamo, le persone hanno continuato a fidarsi di noi anche in un periodo di turbolenze nell'economia globale. E poiché si fidano ancora di noi, continuano a fare piccole donazioni che ci permettono di tenere fede al nostro impegno con i bambini. Quindi siamo grati alle persone di tutto il mondo per aver continuato a fidarsi di noi anche in questo periodo di turbolenze economiche.

Il problema dell'insicurezza alimentare sta crescendo in molti Paesi: in questo momento c'è una crisi umanitaria in Medio Oriente. Qual è il futuro di Mary's Meals?

Amina: Mi fa piacere che tu abbia menzionatato la crisi umantaria e l'inflazione: la nostra priorità a Mary's Meals è mantenere la promessa fatta ai bambini che attualmente nutriamo, cerchiamo di farlo il più possibile. Quest'anno c'è stata un'inflazione elevata nel settore alimentare, ma la nostra priorità è stata quella di mantenere la promessa fatta a questi bambini. Naturalmente tra i nostro obiettivi c'è anche quello di crescere, ma la nostra priorità restano i bambini.

Panji: Per aggiungere qualcosa a quanto detto da Amina, Mary's Meals è un programma incentrato sui bisogni. Ci sono molti bambini che hanno bisogno di cibo e per questo motivo dobbiamo essere concreti nell'individuare i nostri obiettivi, in modo da poter raggiungere i più vulnerabili. Credo che al momento lo stiamo facendo. Poiché vogliamo raggiungere i più vulnerabili, valutiamo e rivalutiamo in continuazione quello che facciamo, in modo da poter intervenire con le nostre risorse e raggiungere chi ne ha bisogno se si presenta l'occasione. Nel caso di Gaza, non abbiamo piani immediati per andare lì, ma stiamo monitorando la situazione molto da vicino.

Con questioni globali come la fame nel mondo, ci può essere stanchezza tra coloro che non ne sono direttamente colpiti. Sanno che esiste, ma non li riguarda. Come fate a mantenere questo problema al centro del dibattito e a coinvolgere un pubblico il più ampio possibile?

Amina: La nostra struttura di raccolta fondi si concentra sulle persone comuni, su singoli donatori come lei e me. È un modello che ci garantisce stabilità, al contrario di quanto succederebbe con donatori istituzionali, meno propensi a finanziarci a lungo termine. Il nostro modello ci permette di continuare ad avere la fiducia delle persone, i donatori non si sono ancora stufati di aiutarci.

Panji: Il viaggio inizia con un passo ma può durare migliaia di chilometri. Quindi il nostro desiderio è quello di condividere questa storia. Una storia gioiosa, una gioia che deriva dall'alimentazione scolastica. Alimentazione più istruzione è uguale a speranza. Quando condividiamo questa storia creiamo dei discepoli, che a loro volta raccontandola crearanno altri. Facendo questo, ci rinvigoriamo a vicenda. Questo aiuta a sentire meno la stanchezza che si può provare a volte quando si parla di temi così importanti.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Kenya, il capo delle forze armate muore in uno schianto in elicottero: tre giorni di lutto

Sudan, un anno di guerra: donatori a Parigi, Germania promette milioni di aiuti

Migranti, alle isole Canarie arrivano sempre più minori non accompagnati: si moltiplicano i centri