Resta da vedere se la data di inizio processo, il 4 aprile, che rischia di eclissare il "Super Tuesday" in almeno 15 Stati, favorirà o penalizzerà Trump, in crescente ascesa nei sondaggi incriminazione dopo incriminazione. Ma la sua agenda è fittissima, tra comizi e tribunali
6 settembre e 4 marzo.
Sono le date fissate per due procedimenti giudiziari nei confronti di Donald Trump.
A Washington, la giudice Tania Chutkan - nominata da Barack Obama - ha fissato per il 4 marzo 2024 l'inizio del processo all'ex presidente per l'assalto al Congresso.
La data coincide con la vigilia del "Super Tuesday" delle primarie per la Casa Bianca, quando andranno al voto almeno 15 Stati americani.
Si tratta del procedimento più emblematico, quello federale che lo vede accusato di una cospirazione per sovvertire l'esito delle elezioni 2020 e bloccare il pacifico trasferimento del potere, culminata - il 6 gennaio 2021 - nell'assalto a Capitol Hill dei suoi sostenitori.
Il procuratore speciale Jack Smith aveva proposto il 2 gennaio, pochi giorni prima dell'inizio delle primarie repubblicane con i caucus in Iowa, mentre la difesa di Trump aveva chiesto un rinvio addirittura all'aprile 2026, quasi un anno e mezzo dopo le elezioni presidenziali Usa, data l'enorme mole di documenti da consultare.
"Il signor Trump, come ogni imputato, dovrà fare in modo che la data del processo vada bene, indipendentemente dal suo programma elettorale", ha dichiarato la giudice Tanya Chutkan.
Tra comizi e tribunali
Resta da vedere se questa data di inizio processo, il 4 aprile, che rischia di eclissare il "Super Tuesday", favorirà o penalizzerà Trump, in crescente ascesa nei sondaggi incriminazione dopo incriminazione.
L'ex presidente dovrà comunque fare la spola tra comizi e tribunali: il 25 marzo inizierà a New York il dibattimento per i pagamenti alla pornostar Stormy Daniels e il 20 maggio quello perle carte segrete di Mar-a-Lago.
Ancora da fissare il quarto processo per i tentativi di sovvertire il voto in Georgia.
Il pubblico ministero Fani Willis ha proposto il 23 ottobre, ma il giudice Scott McAfeeha finora concesso questa data solo ad uno dei 19 imputati, mentre a breve deve decidere sull'istanza dell'ex chief of staff della Casa Bianca, Marc Meadows, di trasferire il caso ad una corte federale, dove spera di essere prosciolto in virtù dell'immunità che copre i funzionari governativi.
6 settembre, in Georgia
A proposito della Georgia, è stata fissata per il prossimo 6 settembre, invece, l'udienza in cui Trump e i suoi 18 co-imputati dovranno presentarsi al tribunale della contea di Fulton, ad Atlanta, per dichiararsi colpevole o meno nel procedimento per i tentativi di sovvertire il voto in Georgia nel 2020.
Lo ha deciso il giudice Scott McAfee, nominato a inizio anno dal governatore repubblicano della Georgia, Brian Kemp, un critico di Trump.
La scorsa settimana, l'ex presidente si è già costituito al carcere della contea di Fulton per le formalità dell'arresto, con rilascio su cauzione. E con l'ormai virale foto segnaletica, che nella raccolta fondi, finora, gli ha già fruttato 7 milioni di dollari in pochi giorni...
Trump attacca tutti (a cominciare da Biden)
Dopo le due notizie ricevute e le due date comunicate, Trump si è "scatenato" sul suo social "Truth".
Ed è tornato ad attaccare il presidente Joe Biden, accusandolo di seminare "divisione, rabbia e odio" nel Paese, facendo incriminare il suo principale rivale politico, e prevedendo che "le cose potranno solo peggiorare, perchè questi pazzi squilibrati non conoscono limiti".
"Collusione Casa Bianca-inquirenti"
Attacchi anche al procuratore speciale Jack Smith, insinuando che i suoi assistenti "si sono incontrati con alti funzionari alla Casa Bianca proprio prima che questi depravati mi incriminassero per nulla. Se è così, significa che Biden e i suoi delinquenti fascisti sapevano e approvano la forma di interferenza elettorale che divide questo Paese, nonostante insistano sul fatto che 'non sapevano nulla'.
Ètutta una grande bugia, proprio come la Russia, la Russia, la Russia... e il non sapere degli affari del figlio. Parola d'ordine: archiviare il caso!"
Trump ne ha anche per il governatore della Florida, Ron DeSantis, sempre scrivendo su "Truth".
"Sono forti le voci nei circoli politici secondo cui Ron DeSanctimonious (il nickname con cui Trump apostrofa DeSantis, ndr), la cui corsa presidenziale è un disastro e i cui numeri nei sondaggi sono crollati, piazzandolo terzo e quarto in alcuni Stati, abbandonerà la corsa presidenziale per candidarsi, in Florida, contro Rick Scott per il Senato. Non è una notizia interessante questa, vero?"