Berlino si prepara così a dare l'addio definitivo al nucleare.
Le ultime tre centrali nucleari tedesche, la cui durata di vita era stata eccezionalmente prolungata per affrontare la crisi energetica, si spegneranno questo sabato. Le ultime centrali atomiche tedesche Isar 2, Emsland e Neckarwestheim 2 smetteranno dunque di fornire energia a Berlino, che dipenderà dunque soprattutto da gas e energie rinnovabili, che dovrebbero fornire circa l'80% del fabbisogno nel 2030.
Il vicecancelliere e ministro dell'Economia, Robert Habeck dei Verdi, ha difeso la misura e definito irreversibile lo smantellamento completo delle centrali. "La sicurezza dell'approvvigionamento energetico in Germania è stata garantita durante questo difficile inverno e continuerà ad esserlo" ha assicurato Habeck in un'intervista.
Le aziende temono nuovi rincari
Gli industriali però allertano sui rischi dell'abbandono del nucleare in un momento di forte insicurezza energetica, causata dall'instabilità geopolitica. Il presidente della Dihk, l'associazione delle Camere di commercio e dell'industria tedesca, Peter Adrian, ha messo in guardia dalle possibili nuove strozzature nell'approvvigionamento energetico in Germania. "Dobbiamo continuare a fare tutto il possibile per espandere l'offerta di energia e non limitarla ulteriormente in nessun caso", ha detto Adrian al Rheinische Post.
Secondo altri, la rinuncia al nucleare avrà effetti negativi anche sul clima. Il vicepresidente del gruppo conservatore e ex-ministro della Sanità Jens Spahn ha dichiarato che "sabato sarà un brutto giorno per la lotta al cambiamento climatico".
Le operazioni di smantellamento costeranno circa 23 miliardi di euro alla Germania.