L'ex presidente del Brasile, ora 76 anni, ha ufficializzato la sua candidatura alle elezioni presidenziali del 2 ottobre: sfiderà Bolsonaro. Il ritorno clamoroso dell'ex metalmeccanico, dopo il carcere e l'annullamento delle sue condanne. Per ora, i sondaggi lo danno come favorito
Lula "torna a combattere".
Lo ha dichiarato lo stesso ex presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva, annunciando - sabato in un centro congresso a San Paolo, davanti a 4.000 sostenitori - la sua candidatura ufficiale alle elezioni presidenziali del 2 ottobre (eventuale ballottaggio il 30 ottobre), nelle quali sfiderà l'attuale presidente brasiliano Jair Bolsonaro, la cui presidenza è stata definita da Lula "irresponsabile e criminale".
E in un'intervista rilasciata ad Euronews nel luglio del 2021, Lula definì Bolsonaro addirittura "fascista e genocida".
Lula, 76 anni, icona delle sinistra anche fuori dall'America Latina, è stato presidente del Brasile dal 2003 al 2010 (lasciò al culmine della popolarità, con l'87% di consensi) e, dopo 19 mesi di carcere per corruzione (condanna sempre contestata da Lula), è tornato in politica dopo l'annullamento delle sue condanne da parte delle Corte Suprema.
In caso di vittoria, per Lula sarebbe il terzo mandato presidenziale (in sei candidature)
"Siamo tutti pronti a lavorare non solo per la vittoria del 2 ottobre, ma per la ricostruzione e la trasformazione del Brasile, che sarà più difficile che vincere le elezioni", ha detto Lula, 76 anni, in una riunione di lancio della campagna davanti a 4.000 sostenitori a San Paolo.
Nei sondaggi, a meno di cinque mesi dal primo turno elettorale, Lula è dato ancora favorito, ma nelle ultime settimane Bolsonaro - in campagna elettorale... in moto - ha ridotto le distanze e, secondo alcuni sondaggisti, il suo ritardo da Lula sarebbe ora solo di cinque punti.
La nuova candidatura di Lula ha il sapore della "vendetta politica", dopo che la sua esclusione dalla corsa alla Presidenza nel 2018 aveva favorito l'agevole vittoria di Bolsonaro.
In un'intervista alla rivista "Time", il leader del Partito dei Lavoratori ha dichiarato: "La mia eredità fatta di riduzione delle diseguaglienze, di politiche sociali e di promozione dell'istruzione, è stata distrutta e smantellata da Bolsonaro. Per fortuna", ha concluso Lula, "credo di poter fare di più di quello che ho già fatto".