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Aung San Suu Kyi in detenzione preventiva per importazione illegale di walkie-talkie

Protesta a Tokyo di fronte all'ambasciata Birmana, in favore di Aung San Suu Kyi
Protesta a Tokyo di fronte all'ambasciata Birmana, in favore di Aung San Suu Kyi Diritti d'autore AP Photo/Eugene Hoshiko
Diritti d'autore AP Photo/Eugene Hoshiko
Di Euronews
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Intanto la popolazione birmana protesta con pentole e clacson

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Arrestata la scorsa settimana dopo il colpo di stato in Myanmar, Aung San Suu Kyi, è in detenzione provvisoria per un periodo di 14 giorni, dal primo al 15 febbraio, con l'accusa di aver violato una legge sull'import-export. Lo ha stabilito un tribunale birmano, accusando la 75enne, ex capa de facto del governo, di possesso di apparecchi di comunicazione illegali, per aver importato illegalmente dei walkie-talkie, ritrovati in casa sua.

Il golpe è arrivato dopo che il partito al potere, la Lega Nazionale per la Democrazia, si è dichiarato vincitore nelle elezioni dello scorso novembre. L'esercito, che parla invece di brogli, ha preso quindi il pieno controllo del Paese con la forza.

La popolazione birmana ha manifestato la propria contrarietà al colpo di stato. A Yangon, la città più popolosa, i residenti hanno protestato suonando clacson e sbattendo pentole sui propri balconi, mentre i medici hanno scioperato o apposto nastri neri o rossi sui propri camici.

"La scorsa notte abbiamo sbattuto le pentole sui balconi, finché non si sono deformate", spiega una donna. "L'abbiamo fatto perché questa è l'unica cosa che possiamo fare al momento. Sono contenta di averlo fatto e, allo stesso tempo, vogliamo che la comunità internazionale sia consapevole di questa situazione, perché non possiamo fare altro ora contro l'esercito".

La comunità intenzionale si dice profondamente preoccupata, per quanto sta accadendo nuovamente in Myanmar. Aung San Suu Kyi è stata infatti prigioniera politica per 15 anni, dal 1989 al 2010.

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