Effetto "gilets jaunes" sulle casse del paese
A Hong Kong qualcuno già lo chiama "effetto gilets jaunes all'orientale. Le proteste fra opposizione e polizia stanno cominciando a pesare sull'economia del paese che Pechino considera come parte integrante del suo territorio. I manifestanti sono soprattutto contro la possibilità che passi un'estradizione facile verso la Cina continentale e che l'esecutivo sia troppo debole rispetto alle sempre maggiori ingerenze del potente vicino.
La protesta ha reso impraticabile la zona turistica in centro, ma anche l'aeroporto, dove da tre giorni è occupato il terminal degli arrivi.
Da nove settimane il movimento domanda le dimissioni di Carrie Lam, capo dell'esecutivo, nuove elezioni e la liberazione delle persone arrestate nelle settimane passate. In città ormai è una specie di gioco fra il gatto e il topo fra polizia e manifestanti. Era stata autorizzata una manifestazione in un parco, ma non la marcia che ne è seguita con i manifestanti che ripetevvano a mò di sfida ai poliziotti in assetto antisommossa: "Noi siamo ancora qui".