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Sovranisti a Milano con defezione austriaca

Sovranisti a Milano con defezione austriaca
Diritti d'autore Reuters
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Di Eloisa Covelli
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Manca il capolista del partito della Libertà dopo lo scandalo che ha travolto Strache

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Salvini mostra il suo volto da catto-leghista durante il comizio di chiusura della campagna elettorale a Milano. In piazza con lui Marine Le Pen e altre formazioni sovraniste provenienti da tutta Europa. Chiude il comizio con il rosario in mano affidando la vittoria alla Madonna e invocando i santi patroni d'Europa. Risponde anche a papa Francesco sulla questione migranti: stiamo salvando vite... Mentre nomina i suoi predecessori a proposito delle radici cristiane dell'Europa.

Reuters

"Lasciamo agli altri volentieri le paure e i fantasmi del passato - dice Salvini dal palco - Noi, insieme, stiamo costruendo il futuro. Qua non c'è l'ultra-destra, qua c'è la politica del buon senso. Gli estremisti sono quelli che hanno governato l'Europa per vent'anni nel nome dellaprecarietà e della povertà".

"Se fate di noi il primo partito in Europa la politica sui migranti la portiamo in tutta Europa e non entra più nessuno" aggiunge.

Mentre dal palco Marine Le Pen incalza: "Non vogliamo più questa oligarchia senza riferimento, senza radici,senza anima, che ci dirige con la sola ambizione della sottomissione e della diluizione delle nostre nazioni. Noi non vogliamo più questa Unione europea che soffiare sull'Europa i venti cattivi della globalizzazione selvaggia. La globalizzazione senza regole fa fabbricare a degli schiavi per vendere a dei disoccupati".

Reuters
Marine Le PenReuters

Sul palco ha parlato anche l'olandese Wilders che ha indicato in Salvini un esempio da seguire. Non c'era invece Harald Vilimsky, spitzenkandidat alla Commissione Europea dell’Fpoe, il partito dell’ultradestra al governo in Austria con i conservatori di Sebastian Kurz. La decisione è arrivata dopo lo scandalo che ha travolto il vicecancelliere Heinz-Christian Strache. Al suo posto però c'era l'eurodeputato Georg Mayer.

Reuters
Il grande assente Harald Vilimsky indica un suo manifesto con StracheReuters
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