Il movimentto di protesta sollecita una transizione il più veloce possibile.
Militari con militari: è il Sudan che veste la divisa a detenere il potere senza soluzione di continuità. Alla destituzione del presidente/generale Omar al-Bashīr - in sella dal 1989 dopo un incruento colpo di Stato - segue infatti una transizione militare, che l'opposizione vorrebbe la più breve possibile.
Sabato sono stati avviati i negoziati tra i rappresentanti del movimento di protesta e la giunta militare.
Le richieste del movimento di protesta.
"Il governo è stato effettivamente abbattuto, ma abbiamo ancora delle richieste e aspettiamo che vengano soddisfatte - ha spiegato una delle manifestanti - tra le altre cose, chiediamo la consegna di tutti i leader dell'ex regime perché siano processati a livello internazionale o qui in Sudan, in modo che lo possiamo vedere con i nostri occhi".
Processo e dissoluzione del partito del Congresso Sudanese, espressione della classe politica al potere: sono le richieste sul tavolo, a cui si aggiunge quella di un futuro esecutivo non militare.
Le rasssicurazioni del consiglio militare ddi transizione.
"Quello che vogliamo , e speriamo che tutti siano d'accordo, in breve tempo, è che si individui un profilo indipendente e patriottico per la carica di primo ministro", ha dichiarato Yasser Ataar, membro del consiglio militare di transizione.
**Le proteste contro al-Bashīr sono iniziate a fine dicembre e riguardavano il caro vita e la cancellazione di un sussidio per comprare il pane.
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Nonostante la violenta repressione da parte delle forze di sicurezza, decine di migliaia di sudanesi hanno alimentato le manifestazioni anti al-Bashīr e il golpe dell'11 aprile scorso.