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Serbia, decimo sabato di proteste contro il presidente Vucic

Serbia, decimo sabato di proteste contro il presidente Vucic
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Di Antonio Michele Storto
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In migliaia sono scesi in strada a Belgrado e nel resto del paese: protestano contro il nepotismo, la violenza politica e il controllo sui media di quello che ormai l'intera opposizione - tanto a destra quanto a sinistra - definisce un "regime autoritario"

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Decimo sabato di proteste a Belgrado, dove migliaia di manifestanti sono scesi di nuovo in strada per contestare il governo del presidenteserbo Aleksandar Vucic. Un movimento fortemente composito, quello che va emergendo da questi tre mesi di manifestazioni: vi sono confluiti partiti d'opposizione di sinistra e destra, accademici, studenti e comunI cittadini, uniti dalla convinzione che con il presidente Aleksandar Vucic al timone, la Serbia - sempre più attanagliata dalla violenza politica e da un clima di paura - stia scivolando verso un governo autocratico.

REUTERS/Djordje Kojadinovic
Belgrado, manifestazione antigovernativa del 26 gennaio 2019REUTERS/Djordje Kojadinovic

"Speriamo che la situazione in Serbia, questa impennata di violenza politica che ormai viene utilizzata come metodo di governo, possa cambiare" ha detto a Euronews Jelena Anasonovic, una delle organizzatrici della protesta. 

Soltanto qualche giorno fa, le principali forze di opposizione hanno approvato una piattaforma programmatica - battezzata col nome di "Accordo con il popolo" - nella quale si fissano le linee comuni per contrastare quello che viene definito il 'regime autoritario' del presidente. "Il regime è diventato molto nervoso dall'inizio delle proteste" spiega Jovo Bakic, analista politico. "Stanno iniziando a comprendere che non possono fare tutto quello che vogliono; e questo chiaro messaggio è l'eredità più importante di queste proteste".

REUTERS/Djordje Kojadinovic
Belgrado, manifestazione antigovernativa del 26 gennaio 2019REUTERS/Djordje Kojadinovic

I manifestanti si sono mobilitati anche in altre 40 città in tutta la Serbia. 

 Accusano Vucic di corruzione, nepotismo e di un rigido controllo sui mezzi di informazione, e per questo hanno chiesto anche le dimissioni dei dirigenti della tv di stato. Nel suo documento programmatico, l'opposizione si è impegnata a boicottare le prossime elezioni se non verranno garantite le condizioni per una campagna elettorale corretta e un voto realmente libero e democratico

Intanto, Vucic ha affermato d'essere pronto a incontrare ed ascoltare i cittadini che si dicono insoddisfatti del modo in cui sta governando la Serbia. Aggiungendo però che non si arrenderà al ricatto dell'opposizione. Una situazione di stallo politico che - con le proteste che si moltiplicano in tutto il paese - potrebbe farsi davvero esplosiva.

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