INTERVISTA ESCLUSIVA - Parla uno dei "bambini rubati" di Franco: "Le scuse non bastano"

INTERVISTA ESCLUSIVA - Parla uno dei "bambini rubati" di Franco: "Le scuse non bastano"
Diritti d'autore REUTERS
Di Cristina Abellan Matamoros
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Euronews ha parlato con José María García González, 41 anni, uno degli oltre 300mila neonati sottratti ai genitori e venduti in Spagna durante la dittatura franchista fino agli anni Novanta

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Martedì scorso è iniziato il processo contro un ginecologo di 85 anni accusato di aver sottratto un neonato alla madre e averlo consegnato ad un'altra donna nel 1969. Il medico si chiama Eduardo Vela ed è la prima persona a finire alla sbarra per i migliaia di sospetti casi di neonati rubati durante il franchismo. Un programma iniziato sotto il regime di Francisco Franco (1939-75) e che sarebbe proseguito almeno fino alla fine degli anni '80.

Euronews ha parlato con José María García González, 41 anni, che ha scoperto di essere stato adottato solamente 6 anni fa. Nacque il 2 settembre 1977 nella ormai ex-clinica San Ramón di Madrid, dove lavorava Vela.

Come ha scoperto di essere uno dei bebé rubati?

Credit: José María García González

"Sono cresciuto per tutta la vita pensando di essere il figlio biologico dei miei genitori e quando, a 35 anni, ho iniziato a fare le carte per il mio matrimonio, ho scoperto dal certificato di nascita di essere stato adottato. Diceva che ero stato adottato dalla clinica San Ramón, già conosciuta per essere quella coinvolta nello scandalo dei bambini rubati.

"Quando ho letto il nome di Eduardo Vela ho saputo di essere uno di loro. Mi sono subito messo in contatto con la Ong che lavora con la generazione di bambini sottratti e mi hanno guidato tra i documenti legali che potevo richiedere al governo così da potere scoprire l'identità dei miei veri genitori".

"Il problema è che tutto è stato pianificato così alla perfezione che ogni informazione era stata cancellata. Non compariva da nessuna parte. Nemmeno nelle carte che avrebbero dovuto essere obbligatoriamente compilate. Così ho scoperto la cosa".

I genitori di García González gli hanno detto di essere stati coinvolti nel progetto dopo aver parlato con alcuni amici della parrocchia. García González e gli attivisti impegnati in questa vicenda - emersa da un'inchiesta della BBC a partire dalla dichiarazione di un padre che aveva raccontato al figlio di averlo comprato da un prete a Zaragoza - ritengono che la Chiesa abbia svolto un ruolo decisivo in quegli anni.

Ecclesiastici di ogni grado, dicono, collaboravano con lo staff ospedaliero per sottrarre i bambini alle famiglie povere o agli attivisti di sinistra. La principale imputata di aver presuntamente orchestrato la rete, María Gómez Valbuena conosciuta come Suor Maria, morì il 22 gennaio 2013 e la causa fu archiviata.

"Molte giovani donne furono persuase dalle monache a consegnare i propri figli. Alla maggioranza di loro veniva mostrato un bimbo morto che tenevano in congelatore e non era il proprio, così da convincerle di aver partorito un feto morto - li rubavano così i bambini", afferma García González.

"Nella maggioranza dei casi, le madri erano completamente manipolate e convinte dagli ospedali o dai membri del clero. I miei genitori si sono messi in contatto con un prete, il quale ha fatto sapere loro che avrebbe potuto procurargli un bambino".

Dopo qualche tempo arrivò una chiamata da parte del dottor Vela. "Ho un maschietto, disse ai miei genitori. So che volevate una bambina, ma qui ho un bambino. Se non lo volete lo mando a Bilbao".

Loro accettarono e così José María fu adottato.

Francisco Franco (al centro) con le autorità militari (Credit: Vicente Martin, Kutxateka, Fototeca de Kutxa)

Franco salì al potere dopo la Guerra Civile nel 1939, una volta sconfitto il "bando" Repubblicano.

Durante il suo regime ha fatto di tutto per "liberare" la Spagna dall'influenza marxista. Da qui la pratica di sottrarre i bambini dalle famiglie dell'opposizione, di sinistra. Molti di questi bebé furono dati a coppie conniventi o vicine alle alte sfere al potere mentre altri furono affidati ad altre che condividevano l'ideologia franchista.

Negli anni '50 il sistema fu esteso anche alle famiglie povere o a quelle giudicate "non in grado" di far crescere un bambino ed educare un bambino in quanto portatrici di valori osteggiati dalla Chiesa Cattolica.

Dieci anni dopo, coloro i quali gestivano il sistema hanno iniziato hanno iniziato a rendersi conto di quanto redditizio avrebbe potuto essere l'intero programma.

Qual è stata la sua reazione quando hai scoperto di essere uno dei bambini sottratti?

"Ho trascorso due giorni senza poter dormire e senza sapere cosa fare. Non sapevo se dirlo o meno ai miei genitori. Ero praticamente senza parole e in uno stato di shock che è durato un po'. Ho sfiorato un incidente stradale dalle gravi conseguenze perché ho perso conoscenza per qualche minuto a causa del dolore che stavo provando. Per fortuna sono riuscito a riprendermi ma sono quasi morto in quell'incidente".

Dopo non aver chiuso occhio per due giorni ha deciso di confessare la scoperta ai genitori adottivi. "È stato molto duro, naturalmente".

"Ad oggi, la relazione che ho con loro è molto buona in quanto sono stati davvero degli ottimi genitori adottivi. Ma hanno fatto un grave errore a non dirmi nulla".

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Manifestazione fuori dal tribunale di Madrid, 26 giugno 2018. Reuters/Juan Medina

La decisione, presa da quelli che García González ha creduto per una vita essere i suoi veri genitori, fu motivata dalla paura di essere rifiutati e odiati, aggiunge.

"La Spagna del 1977 viveva ancora nell'ombra di Franco nonostante la sua morte nel 1975. In quella Spagna, 40 anni fa, c'era ancora una forte cultura patriarcale in cui una donna poteva trovare realizzazione solamente facendo la madre o la moglie, e per un uomo il sogno era quello di avere un buon lavoro, molti figli e diventare ricco", dice al telefono. "Chi non rientrava in queste categorie veniva stigmatizzato come debole o inferiore. Ecco perché lo schema è stato tenuto nascosto".

Come hanno reagito i suoi genitori quando ha detto loro di sapere di essere stato adottato?

"Hanno iniziato a piangere e a chiedere perdono - ma ci sono alcune cose in cui le scuse non sono sufficienti. Hanno avuto molto tempo per dirmi la verità sulle mie origini biologiche ma non l'hanno mai fatto".

Come si vive con la consapevolezza di essere stato rubato ai propri, veri genitori?

"È molto complicato. Fortunatamente avevo 35 anni quando l'ho scoperto e avevo già una famiglia mia, non vivevo più con i miei genitori adottivi. Ma ovviamente ho voluto rintracciare le mie origini, non solo per ragioni pratiche - avrei potuto avere una malattia genetica - ma anche per un fatto di stabilità psicologica. Una persona deve sapere da dove viene. Chi non lo sa soffre molto, e questo apre la strada ad ulteriori sofferenze che ho cercato di affrontare nel miglior modo possibile.

García González ancora non ha idea di chi siano i suoi reali genitori. Ha effettuato diversi test del DNA - in due laboratori spagnoli e uno statunitense - ma sembra impossibile rintracciare i suoi genitori biologici.

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Farà causa al dottor Vela?

"Sì, ho assoldato un buon avvocato per aiutarmi a istruire il caso ma visto che il mio certificato di nascita dice che sono stato adottato, senza includere informazioni sulla mia famiglia biologica, non ci sono prove a sufficienza per denunciare Vela. La mia madre biologica dovrebbe farsi avanti e testimoniare di essere stata ingannata".

Cosa ne pensa del processo?

"Sono contento perché si tratta di una vittoria morale. Le persone pensano che i [bambini rubati] siano pazzi, che vogliano solo soldi ambiscono realmente solo a tre cose: verità, giustizia e compensazione. Vogliamo sapere chi sono i nostri genitori, vogliamo avere giustizia e che i responsabili del programma finiscano in prigione e vogliamo essere compensati per il danno causato".

Ciononostante, García González non pensa verrà fatta giustizia. "So che non succederà nulla perché queste persone hanno molte protezioni e appartengono a ricche e potenti lobby. Controllano il sistema giudiziario e non saremo in grado di fare nulla. Spero di sbagliarmi, però".

Dopo aver rilasciato dichiarazioni martedì, il giorno successivo Vela si è assentato per problemi di salute. Il processo è in attesa di ricomiciare.

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