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Messico: la missione impossibile di José Antonio Meade

Messico: la missione impossibile di José Antonio Meade
Diritti d'autore REUTERS/Alberto Puente
Diritti d'autore REUTERS/Alberto Puente
Di Euronews
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Durante la campagna elettorale il candidato presidenziale del Pri, il partito di governo di Enrique Peña Nieto, ha dovuto fare i conti con la difficile eredità lasciatagli dal presidente in carica, tra promesse mancate e corruzione dilagante

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E' stata una campagna elettorale tutta in salita quella di José Antonio Meade. Candidato di 'Tutti per il Messico', la coalizione sostenuta dal Pri, il partito di governo che per la prima volta ha scelto un candidato esterno per la corsa alla presidenza, l'avvocato ed economista 48enne ha dovuto fare i conti con l'eredità lasciatagli da Enrique Peña Nieto, che lo ha scelto come suo successore.

Una presidenza, quella di Nieto, partita nel 2012 tra mille speranze e naufragata via via tra promesse mancate e corruzione dilagante nell'amministrazione pubblica, per non parlare della fuga da un carcere di massima sicurezza, nel 2015, del principale boss del narcotraffico messicano, Joaquin 'El Chapo' Guzman, leader del cartello di Sinaloa.

Scandali che non hanno toccato Meade, che però dell'ultimo governo è stato uno dei volti principali, visto che sotto Nieto è stato prima ministro degli esteri, poi ministro dello sviluppo sociale e infine ministro delle finanze. A sostenere la sua coalizione, oltre al Pri, ci sono anche il partito Verde ecologista per il Messico (Pvem) e la lista civica di Nuova alleanza (Na).

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