La comunicazione delle donne legate ai mafiosi

La comunicazione delle donne legate ai mafiosi
Di Alberto De Filippis
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Come comunica la familia Riina ai tempi dei social network

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Totò Riina, il boss, è morto, ma adesso sono le donne della famiglia a gestire la comunicazione. Nessuno osa affermare che i figli abbiano qualcosa a che fare con la carriera criminale del padre, ma è indubbio che l’onore della famiglia sia adesso difeso dalla figlia Maria Concetta.

Si definisce moglie e madre a tempo pieno, un po’ in contrasto con il dichiararsi dipendente amministrativo di una srl a Lecce. L’impresa è riconducibile al marito, Antonio Ciavarella, al quale il 19 luglio di quest’anno è stata sequestrata. Secondo le indagini patrimoniali, i beni sarebbero di derivazione illecita. Maria Concetta Riina ha assunto anche il ruolo di chioccia di fronte ai giornalisti che elemosinavno una dichiarazione,.

E sempre lei, 42 anni, a poche ore dal decesso del padre, che ha esposto una rosa nera come foto del suo profilo facebook, sovrastata dall’indice di una ragazza che indica il silenzio. Ha poi spiegato che non era una minaccia, ma la differenza balza subito agli occhi con i post del marito che è stato invece molto più contundente nei confronti della procura di Palermo rea di aver ordinato i sequestri

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