Cosa succederebbe all'F.C. Barcelona in caso di indipendenza della Catalogna?

Cosa succederebbe all'F.C. Barcelona in caso di indipendenza della Catalogna?
Di Euronews
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"Se il processo avanza, e speriamo non sia così perché è illegale, i club catalani non potranno più giocare nel campionato spagnolo", ha detto Javier Tebas Medrano, presidente de La Liga

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La squadra di calcio del Barcelona, l’istituzione catalana più conosciuta al mondo, non poteva certo restare fuori dalla questione del referendum autonomista del 1 ottobre.

Il motto “Més que un club” (“Più che un club”) la dice lunga su una società di fútbol che, dalla sua fondazione, ha sempre avuto un doppio legame con la situazione politica catalana. Si tratta di una delle entità che si è espressa più chiaramente a favore del diritto all’autodeterminazione del popolo catalano e tra le sue fila conta tanti estimatori dell’indipendenza. Tra essi, uno dei giocatori più rappresentativi, Gerard Piqué, che non ha lasciato spazio a dubbi sulla sua posizione con questo tweet:

Des d’avui i fins diumenge, expressem-nos pacíficament. No els hi donem cap excusa. És el que volen. I cantem ben alt i ben fort. #Votarem

— Gerard Piqué (@3gerardpique) September 28, 2017

“Da oggi fino a domenica, esprimiamoci pacificamente. Non diamo loro alcuna scusa. E’ quello che vogliono. Cantiamo alto e forte: Voteremo”

L’ex allenatore Pep Guardiola è un altra figura di spicco del fronte del voto. “Qui non si tratta dell’indipendenza ma del diritto a decidere”, ha detto in un video promozionale fatto per Assemblea.cat

In molti appassionati di calcio si chiedono: che succederebbe al Barcelona in caso di (molto improbabile) indipendenza della Catalogna?
L’allenatore dei rivali blancos, Zinedine Zidane, ha già dichiarato che non vorrebbe una Liga senza i blaugrana. Meno concilante Sergio Ramos, difensore del Real Madrid: il capitano della Spagna ha criticato il compagno di nazionale Piqué per le sue uscite in supporto del referendum. “Il tweet di Piqué non è stata una delle cose migliori da fare se non vuole essere fischiato, né per il gruppo”, sono le sue dichiarazioni riportate da Reuters. “Ognuno è libero di dire quello che vuole, ma da capitano mi devo preoccupare con l’atmosfera che si respira in spogliatorio e Piqué sapeva cosa stava facendo. Forse il tempismo non è quello giusto, e non aiuta molto”. A livello politico, anche alcuni sindaci della Catalunya non sono totalmente favorevoli al referendum: tra loro anche quello di Barcellona, Ada Colau.

Una Liga senza Barcelona?

Di certo una Liga senza il Barcelona perderebbe una fetta consistente di introiti pubblicitari e delle televisioni, e questo si ripercuoterebbe sui bilanci di tutte le società. Il presidente de LaLiga, Javier Tebas Medrano, ha dichiarato nei giorni scorsi: “Se il processo avanza, e speriamo non sia così perché è illegale, i club catalani non potranno più giocare nel campionato spagnolo perché la nostra Ley del Deporte prevede che solo i club di uno stato straniero, quello di Andorra, possano competere nei tornei nazionali.”

Non si ripeterebbe dunque la situazione del Monaco, che gioca in Ligue 1 pur non essendo una squadra francese.

Le indipendenze unilaterali non sono contemplate e non sarà facile raggiungere un accordo. Se il processo sarà unilaterale, si dovranno separare anche dall’Unione Europea e non potranno giocare nella Liga

“Spero che la situazione rientri perché la Spagna è uno stato di diritto e le illegalità non possono perdurare”, ha aggiunto in un’intervista a Mundo Deportivo, confessando di essere “preoccupato” per come il Barcelona e il resto della squadra affronteranno questa situazione se la secessione avrà effettivamente luogo.

“Credo che la Liga della Catalogna sarebbe un po’ come quella olandese e TV3 (il canale catalano) non potrebbe erogare quanto ora riceve a livello di diritti televisivi. Il Barcelona cesserebbe di essere un grande club europeo”, ha concluso.

Impatto economico e ostentata tranquillità
Il Barcelona ha fatto registrare, considerando anche le cifre del calcio mercato, 679 milioni di euro di ricavi nella stagione sportiva 2015/16, il 12% in più rispetto alla precedente stagione sportiva. Il 33% degli introiti, 202.7 milioni di euro calcola Deloitte , derivano dalla vendita dei diritti televisivi. La Liga spagnola ha un fatturato aggregato di 2.8 miliardi, ma Real e Barça valgono da sole il 43% dei ricavi, ovvero 1.2 miliardi di euro, scrive Calcio e Finanza

Il suo impatto sul campionato è immenso, il Clasico contro il Real Madrid è in un certo senso la partita che dà il valore aggiunto alla Liga.

Il vicepresidente del Barça, Villarubì si era così espresso a ridosso del match di Champions League contro la Juventus: “Perché chiedete sempre a noi dove giocheremo e non alle altre squadre catalane? In ogni caso non sono un veggente politico e il Barça non è un attore della scena politica, a noi interessa solo la vittoria contro i bianconeri. Non sono preoccupato di una eventuale indipendenza. In questi anni il club si è pronunciato chiaramente a favore del diritto di decidere della Catalunya ma il referendum è una questione individuale dei catalani.”

Intanto l’orario di Barça-Las Palmas, match previsto al Camp Nou alle 16.15 è stato confermato “per un motivo di illegalità” della consultazione. Questa sembra essere l’unica cosa certa nella nebbia di incertezza che circonda il voto del 1 ottobre.

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