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Iran, alta affluenza alle elezioni. Urne chiuse quasi a mezzanotte

Iran, alta affluenza alle elezioni. Urne chiuse quasi a mezzanotte
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Di Alfredo Ranavolo
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Partecipazione superiore alle attese. Ci vorranno giorni prima di avere i risultati. I riformisti sperano nella maggioranza in parlamento.

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Previsioni della vigilia, di chi pensava a una bassa affluenza smentite dalle file alle urne e dall’entusiasmo mostrato dalla popolazione iraniana per questa tornata elettorale che rinnoverà i 290 seggi del parlamento e gli 88 dell’assemblea degli esperti.

Le prime elezioni dopo la fine dell’embargo sono un test importante per il presidente Hassan Rohani.

“È una bella sensazione – spiega un uomo intervistato dopo aver votato – poter esercitare i diritti civili, perché il cambiamento che la gente vuole vedere avviene. Sta avvenendo in maniera pacifica e legittima. Le persone sono venute a dimostrare che vogliono un cambiamento.

I cittadini iraniani, finito il loro isolamento, guardano con attenzione anche a cosa succede fuori dal loro Paese.

“La delicata situazione della regione – afferma un altro intervistato – e l’avvicinarsi delle elezioni americane, nelle quali potrebbe imporsi un repubblicano fautore della linea dura, rendono necessario che noi abbiamo un parlamento più saggio, con un’agenda più razionale”.

L’inviato di euronews, Javad Montazeri, si trovava in un seggio quando l’iniziale lasso di tempo di 10 ore previsto per votare era finito, ma continuavano a esserci lunghe code di persone che volevano votare. Il comitato elettorale ha prolungato diverse volte l’orario di apertura dei seggi.

Alla fine, hanno chiuso alle 23.45 ora locale. Alle 20 avevano votato in 28 milioni, dei 55 aventi diritto. I risultati si avranno solo tra qualche giorno. Quelli di Tehran dovrebbero essere diffusi lunedì. Nelle elezioni legislative di quattro anni fa, nella capitale votò appena il 48% degli aventi diritto.

Quella consultazione fu parzialmente boicottata dai riformatori, che ora si sono presentati, invece, assai agguerriti.

Il presidente Rohani ha affermato che le istituzioni preposte garantiranno la completa trasparenza delle elezioni.

La parola finale, una volta conclusi gli scrutini, spetterà al Consiglio dei guardiani, che ha già escluso un gran numero di candidati, per lo più dalla parte dei progressisti.

Che, ciononostante, puntano alla vittoria. Per aumentare le loro chance hanno stretto un’alleanza con i moderati, tra i quali potrebbero anche “celarsi” alcuni conservatori, tradottasi in una lista comune chiamata “Speranza”.

Dall’altra parte c‘è una grande coalizione di conservatori, uno dei cui principali argomenti elettorali è stato il “timore di infiltrazione degli stranieri”.

Particolarmente significativo sarà il risultato per quanto riguarda l’Assemblea degli esperti, che nomina la guida suprema. In carica otto anni, potrebbe essere chiamata a designare il successore del 76enne Khamenei.

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