Unione europea: a rischio i lavori meno qualificati e per i giovani. Ma l'Italia è in ripresa

La situazione del lavoro in Europa è preoccupante. E lo sarà ancora di più quando - prima o poi - i paesi toglieranno i "blocchi" ai licenziamenti, attuati in questo periodo.
La pandemia ha aumentato le disuguaglianze di reddito nel mercato del lavoro dell'intera Unione europea.
Lavori che aumentano, lavori che calano
Aumentano i posti di lavoro altamente qualificati, come insegnanti e medici, calano quelli per i lavoratori meno qualificati.
"Professionali" ed "elementari"
Nel terzo trimestre 2020, il numero delle cosiddette occupazioni "elementari" è diminuito di quasi il 9% rispetto all'anno scorso e di quasi il 7% per i lavorI nel settore dei servizi e delle vendite.
i posti di lavoro "professionali", viceversa, sono aumentati di quasi il 5% rispetto all'anno scorso, come dimostrano i dati ufficiali pubblicati da Eurostat venerdì.
La categoria dei lavori "professionali" comprende specialisti di diversi settori, tra cui scienza e ingegneria, salute, insegnamento e tecnologia, informazione e comunicazione.
Le occupazioni "elementari" comportano l'esecuzione di compiti di routine che possono richiedere anche un notevole lavoro manuale.
Giovani a picco
Le cifre confermano che, nonostante il sostegno dei governi europei, la pandemia e le sue restrizioni stanno colpendo soprattutto i posti di lavoro peggio pagati e i giovani.
L'occupazione giovanile è stata, infatti, la più duramente colpita ed è scesa di due punti percentuali, portando il tasso di occupazione tra i 15 e i 24 anni al 31,3%.
Perdita piccola (per ora), ma significativa
Complessivamente, nel terzo trimestre 2020, l'Europa ha perso lo 0,7% di lavoratori occupati.
In questo periodo era occupato il 72,4% delle persone in età lavorativa dell'Ue, contro il 73,1% dello stesso periodo dell'anno scorso.
Una perdita che sembra percentualmente piccola, ma che è signiticativa e preoccupante.
Il caso-Italia
Nel terzo trimestre 2020, il mercato del lavoro ha registrato in Italia la ripresa più forte d'Europa, grazie al calo della Cassa Integrazione in deroga e alla diminuzione degli inattivi.
Secondo i dati Eurostat, nel nostro paese si sono registrati la maggiore flessione (-1,7%) della fragilità del mercato del lavoro e il secondo aumento in Ue delle ore lavorate (+28,3%).
Crescono, però, i disoccupati (+1,5%).