Secondo l'ONU rappresentano il 70% di chi si sta prendendo cura di malati e persone vulnerabili negli ospedali e a casa
Sono sempre in prima linea. In ospedale come a casa. Per le donne non c'è riposo in questi giorni di pandemia. Secondo le Nazioni Unite infatti rappresentano il 70% di chi si sta prendendo cura dei malati e delle persone vulnerabili, negli ospedali e all'interno delle mura domestiche.
"Dobbiamo assicurarci di prestare particolare attenzione alle loro esigenze - afferma Anita Bhatia, direttrice del programma Donne delle Nazioni Unite - devono avere dispositivi di protezione al lavoro, ma devono anche proteggere loro stesse nella vita di tutti i giorni e non sovraccaricarsi di mansioni. Le donne dovrebbero poi essere incluse nei processi decisionali. Se accendi la TV e vedi chi parla della pandemia sono soprattutto uomini ".
Con 90 paesi in stato di confinamento sociale, oltre quattro miliardi di persone sono bloccate a casa. Il che significa per alcune donne essere maggiormente esposte alle violenze.
Secondo gli ultimi dati dell'ONU La violenza domestica è aumentata in media del 30%; ed in particolare in Francia (30%), Argentina (25%) e Singapore (35%).
In un videomessaggio, il Segretario generale dell'Onu António Guterres ha dichiarato :"Esorto tutti i governi a rendere la protezione delle donne che subiscono violenze una parte fondamentale dei loro piani di risposta nazionali al COVID-19. Bisogna aumentare gli investimenti nei servizi online e nelle associazioni.-ha detto Gueterres –. Garantire che i tribunali continuino a perseguire coloro che commettono gli abusi. I centri di allerta e alloggio per proteggere le donne devono essere aperti e considerati essenziali come le farmacie e i generei alimentari. Bisogna dare la possibilità alle vittime di fuggire dai loro aguzzini."
Secondo stime delle Nazioni Unite i danni economici del COVID-19 colpiranno più duramente le donne, poiché molte di loro svolgono lavori precari o a basso reddito.
Secondo l'Onu quindi i governi dovrebbero rafforzare la posizione economica delle donne per trovarsi più preparate di fronte a nuove potenziali crisi.
"La priorità al momento - consiglia Joanna Maycock, European Women's Lobby - è che l'Unione europea dia direttive chiare ai singoli governi su come indirizzare gli investimenti finanziari a lungo termine nel settore pubblico. Andrebbero tassativamente evitati i programmi d'austerità, perche' come noto le ripercussioni negative ricadono principalmente sulle donne. I pacchetti di stimoli economici e le ignizioni di liquidità dovrebbero concentrarsi sulle priorità lavorative e sociali della vita reale delle donne. Per questo le donne dovrebbero far parte dei processi decisionali in campo economico".