Perché i camionisti polacchi e slovacchi bloccano il confine con l'Ucraina

I camionisti polacchi chiedono il ripristino delle regole prebelliche per i loro concorrenti ucraini.
I camionisti polacchi chiedono il ripristino delle regole prebelliche per i loro concorrenti ucraini. Diritti d'autore DAMIEN SIMONART/AFP or licensors
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Di Jorge Liboreiro
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Gli autotrasportatori polacchi hanno bloccato per quasi un mese diversi punti di passaggio lungo il confine con l'Ucraina. Di recente, pure i camionisti slovacchi si sono uniti alla protesta, trasformando la controversia in una vera e propria crisi europea

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Le proteste hanno lasciato migliaia di automobilisti ucraini intrappolati in Polonia, in attesa per giorni di riuscire a passare dall'altra parte della frontiera. I media locali descrivono code lunghe oltre 30 chilometri.

Le dure condizioni climatiche, con temperature sotto lo zero, le scarse scorte di cibo e la mancanza di servizi igienici, hanno sollevato gravi preoccupazioni per la sicurezza, tanto che due camionisti ucraini sarebbero morti per cause naturali mentre si trovavano all'interno dei loro veicoli (secondo le autorità polacche c'è stata una sola vittima). 

Le autorità ucraine hanno descritto la situazione come "catastrofica" e annunciato un piano di emergenza per evacuare coloro che sono rimasti bloccati. La Federazione dei datori di lavoro dell'Ucraina stima che l'economia nazionale abbia perso almeno 400 milioni di euro.

Nel frattempo, la Commissione europea ha espresso forte disapprovazione e minacciato di avviare un'azione legale se le norme dell'Ue non saranno applicate correttamente.

"L'intera Unione europea non può essere presa in ostaggio bloccando le nostre frontiere esterne"
Adina Vălean
Commissaria europea ai Trasporti

Perché i camionisti sono arrabbiati?

La protesta nasce da una questione di distorsione della concorrenza. Per sostenere il Paese in guerra, l'Ue ha esentato i trasportatori di merci su strada ucraini dal possesso dei permessi tradizionalmente richiesti ai conducenti extracomunitari. Le patenti di guida e i certificati di idoneità professionale rilasciati dall'Ucraina sono stati automaticamente riconosciuti come validi anche nell'Ue.

La misura è stata introdotta nel giugno dello scorso anno per potenziare le cosiddette "corsie di solidarietà", che hanno lo scopo di aiutare l'Ucraina a sostenere l'economia nazionale e le relazioni commerciali a fronte dell'aggressione russa. 

Secondo la Commissione europea, le cosiddette solidarity lanes hanno permesso all'Ucraina di esportare oltre 60 milioni di tonnellate di prodotti alimentari, come cereali e semi oleosi, tra marzo 2022 e novembre 2023, oltre a 48 milioni di tonnellate di beni non agricoli.

Ma i camionisti polacchi sostengono che ai colleghi ucraini sia stato concesso un margine di manovra eccessivo e che stiano approfittando delle nuove regole per coprire rotte di trasporto tra gli Stati membri che non coinvolgono l'Ucraina.

Poiché i vettori ucraini offrono prezzi più bassi per i loro servizi e non sono vincolati agli standard dell'Ue, i camionisti polacchi denunciano una concorrenza sleale e chiedono l'immediata reintroduzione dell'obbligo del permesso. Vogliono inoltre che i camion vuoti di ritorno dall'Ucraina siano esclusi da eCherha, un sistema di code elettroniche istituito da Kiev, che secondo i manifestanti crea tempi di attesa eccessivi ed espone le aziende a perdite economiche.

Le unità slovacche condividono le stesse argomentazioni e vogliono riportare in vigore le regole precedenti all'invasione russa.

Quanti camionisti protestano?

Le proteste sono iniziate il 6 novembre e si sono gradualmente estese a quattro posti di blocco lungo il confine tra Polonia e Ucraina: Dorohusk-Yahodyn, Hrebenne-Rava-Ruska, Korczowa-Krakovets e, dalla scorsa settimana, Medyka-Shehyni. In totale, il Paese ha otto punti di attraversamento con l'Ucraina per il trasporto merci su strada. Gli autisti slovacchi, invece, hanno bloccato il checkpoint di Vysne Nemecke-Uzhhorod, il passaggio di confine tra i due Paesi più trafficato.

I manifestanti ai valichi di confine tra Polonia e Ucraina hanno promesso di consentire il passaggio ai veicoli che trasportano aiuti umanitari e forniture militari nella nazione dilaniata dalla guerra, ma Kiev afferma che la promessa non è stata mantenuta.

I camionisti che protestano non hanno alcun legame ufficiale con il governo di Varsavia, che comunque ha espresso solidarietà, sostenendo le ragioni alla base delle loro rivendicazioni e sollecitando la Commissione europea a ripristinare i permessi di trasporto.

Secondo i dati diffusi dal Ministero delle Infrastrutture polacco, nel 2021 i camionisti polacchi detenevano una quota di mercato del 38% contro il 62% dei loro concorrenti ucraini. Alla fine di ottobre, la proporzione si è radicalmente invertita: 8% i polacchi, 92% gli ucraini.

La posizione della Commissione europea

Adina Vălean, commissaria europea ai Trasporti, ha definito la situazione "assolutamente inaccettabile" e chiesto una rapida risoluzione.

"Pur sostenendo il diritto delle persone a protestare, l'intera Ue non può essere presa in ostaggio bloccando le nostre frontiere esterne", ha dichiarato Vălean la scorsa settimana.

La commissaria rimprovera al governo polacco di non fare la sua parte per abbassare la tensione e ha detto che la Commissione potrebbe aprire una procedura di infrazione in merito. "Non c'è buona fede nel trovare una soluzione: c'è una quasi totale mancanza di coinvolgimento delle autorità polacche, che dovrebbero far rispettare la legge al confine".

Al momento, sono in corso colloqui tra le parti, ma non è ancora emersa una tabella di marcia per una soluzione duratura. Nel fine settimana, Polonia e Ucraina hanno raggiunto un accordo mirato per consentire la circolazione dei camion vuoti aprendo il checkpoint di Dołhobyczów-Uhryniv e creando corsie preferenziali ai valichi di Dorohusk-Yahodyn e Korczowa-Krakovets.

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Ma il governo polacco, che presto sarà sostituito al potere, ha anche annunciato ispezioni più severe dei camion lungo il confine "su richiesta dei trasportatori polacchi" e chiesto una revisione urgente dell'accordo Ue-Ucraina sul trasporto stradale.

La Commissione europea ha suggerito un elenco di "misure tecniche" che possono essere introdotte per allentare le tensioni. Ma Bruxelles ha chiarito che l'abolizione dei permessi di trasporto non è prevista, perché deriva da un accordo internazionale firmato con l'Ucraina e avallato dagli Stati membri.

Secondo i manifestanti polacchi, il blocco potrebbe durare fino all'inizio di gennaio se le loro richieste non saranno soddisfatte.

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