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Una nuova strategia europea per i Balcani occidentali

Il Globsec è una conferenza di alto livello che si occupa di difesa e sicurezza, geopolitica ed economia
Il Globsec è una conferenza di alto livello che si occupa di difesa e sicurezza, geopolitica ed economia Diritti d'autore European Union, 2023.
Diritti d'autore European Union, 2023.
Di Vincenzo Genovese
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La presidente della Commissione Ursula von der Leyen annuncia un "piano di crescita" per la regione, che acquisisce importanza dopo l'invasione russa dell'Ucraina

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Avvicinare i Paesi dei Balcani occidentali all'Unione europea sembra uno degli obiettivi prioritari di Ursula von der Leyen: in un discorso programmatico al Forum sulla sicurezza globale di Bratislava, la presidente della Commissione europea ha presentato un nuovo "piano di crescita" in quattro punti per la regione, con l'ambizione di estendere alle popolazioni di questi sei Stati alcuni dei vantaggi dell'appartenenza all'Unione.

I balcani verso l'Ue e l'Ue verso i Balcani

"Ci siamo finalmente resi conto che non basta attendere che i nostri amici al di fuori dell'Unione si avvicinino a noi. Non basta dire che la porta è aperta. Dobbiamo anche assumerci la responsabilità di avvicinare molto di più i Paesi candidati all'ingresso", le parole di von der Leyen.

Secondo il piano, i sei Paesi dei Balcani occidentali (Albania, Bosnia-Erzegovina, Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia e Kosovo) potrebbero entrare a far parte del mercato unico digitale dell'Ue in settori come il commercio elettronico o la sicurezza informatica, mentre saranno resi più semplici pagamenti e scambi commerciali. 

Un segnale sicuramente incoraggiante, per una regione di nuovo alle prese con scontri e turbolenze, come dimostrano gli ultimi avvenimenti nella parte a maggioranza serba del Kosovo.

“In una certa misura si tratta di un approccio nuovo per l'Unione Europea: non chiediamo solo ai nostri partner di procedere verso di noi. Facciamo anche un grande passo verso di loro**.** Il nostro obiettivo comune è quello di accelerare il loro cammino verso l'Ue”, ha detto la presidente.

"Non chiediamo solo ai nostri partner di procedere verso di noi. Facciamo anche un grande passo verso di loro"
Ursula von der Leyen
Presidente della Commissione europea

La spinta della guerra

L'invasione russa dell'Ucraina sembra segnare un punto di svolta nella strategia europea verso i Balcani occidentali, in passato concentrata eslcusivamente sul mantenimento dello status quo in una regione instabile e complessa.

Lo ha chiarito la stessa von der Leyen: "Le conseguenze della guerra di aggressione di Putin hanno raggiunto anche i nostri sei partner dei Balcani occidentali. Ma questo non ha fatto altro che avvicincarci".

Quella che la presidente ha definito una "nuova consapevolezza all'interno dell'Unione europea" potrebbe relamente cambiare le carte in tavola, rispetto a una tattica non esattamente all'altezza della situazione.

"La strategia dell'Unione europea nei confronti dei Balcani occidentali è stata assolutamente infelice, incoerente. Si sono adottati due pesi e due misure", spiega a Euronews Judy Dempsey, senior fellow del think tank Carnegie Europe

"I Paesi dei Balcani occidentali sono rimasti in sala d'attesa dal 2004, quando al vertice dell'Ue a Salonicco ci fu una grande spinta ottimista per integrarli nell'Ue. Ma da allora si sono viste un'indifferenza e una divisione estenuante tra gli Stati membri sul da farsi".

"La strategia dell'Ue nei confronti dei Balcani occidentali è stata assolutamente infelice, incoerente"
Judy Dempsey
Senior fellow del think tank Carnegie Europe

L'Albania ha ottenuto lo status di Paese candidato nel 2014 e la Macedonia del Nord addirittura nel 2005, ma con questi due Stati è stata più volte rimandata l'apertura dei negoziati di adesione.

Se la Bosnia-Erzegovina è diventata ufficialmente candidata all'adesione da pochi mesi, Serbia e Montenegro lo sono da oltre un decennio, e pur avendo aperto i negoziati (rispettivamente nel 2014 e 2012) il loro ingresso nell'Ue non sembra prossimo. Un caso particolare è quello del Kosovo, che non ha mai presentato una richiesta ufficiale di adesione e che non è nemmeno riconosciuto come Stato sovrano da cinque Stati dell'Ue: Spagna, Grecia, Cipro, Slovacchia e Romania.

Secondo l'esperta, comunque, più che la mancata volontà di accettare nuovi membri, la debolezza fondamentale dell'Unione in questo contesto è la mancanza di una reale politica estera, in questa regione come in tante altre, dal Medio Oriente alla Russia. "Basta guardare alla situazione attuale del Kosovo. Ci sono truppe della Nato dal 1999 e l'Ue ha chiaramente fallito nell'ottenere progressi nel percorso europeo dei Balcani occidentali".

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